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PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #11 (1994/7)

Tra Marzo e Aprile 1994 si palesa il primo stop alle trattative con il governo federale. Le posizioni zapatiste, seppur ufficialmente accettate al tavolo di trattativa, di fatto sono ignorate nella pratica. Nel frattempo gli zapatisti sono riusciti a completare il sondaggio tra tutte le comunità insorgenti:

Il Comitato Generale Indigeno Rivoluzionario Clandestino dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale si rivolge a voi per riferire e dichiarare quanto segue:

Primo. Il CCRI-CG dell’EZLN ha già terminato, come debitamente comunicato, la consultazione in tutte le città che lo formano e lo sostengono. Attraverso i verbali delle assemblee di ejidos, rancherías e altri luoghi abbiamo conosciuto il sentimento dei nostri cuori.

Secondo. Il CCRI-CG dell’EZLN ha già contato i voti in merito alle proposte di accordi di pace fatte dal governo federale all’EZLN nel dialogo a San Cristóbal de las Casas, Chiapas.

Terzo. Il risultato del voto libero e democratico è il seguente:

Per firmare la proposta di accordo di pace del governo, ha votato il 2,11% del totale.

Per NON firmare la proposta di accordo di pace del governo, ha votato il 97,88% del totale.

Quarto. Nelle proposte sul passaggio successivo, nel caso in cui si fosse deciso di non firmare la proposta di accordo di pace del governo, il voto era il seguente:

Il 3,26% del totale ha votato per la ripresa delle ostilità.

Il 96,74% del totale ha votato per la resistenza e l’appello per un nuovo dialogo nazionale e con tutte le forze oneste e indipendenti.

Quinto. Di conseguenza, e con l’accordo della maggioranza zapatista, il CCRI-CG dell’EZLN comunica:

che rifiuta gli accordi di pace proposti dal governo federale;

che conclude il dialogo di San Cristóbal; [1]

Le comunità indigene, come più volte affermato, sono alla ricerca di libertà e giustizia e non sono più disposte a barattare la propria dignità per un piatto di lenticchie. Sono disposti a vivere dignitosamente o a morire. L’alternativa di ritornare alle condizioni di vita precedenti non è un’opzione da prendere in considerazione:

In commissione abbiamo discusso tutto il pomeriggio. Cerchiamo la parola nella lingua per dire “RENDER” e non riusciamo a trovarla. Non ha traduzione in Tzotzil o Tzeltal, nessuno ricorda che questa parola esiste in Tojolabal o Chol. Sono ore che cercano equivalenti. Fuori piove e una nuvola compagna viene a sdraiarsi con noi. Il vecchio Antonio aspetta che tutti tacciano e sul tetto di lamiera resta solo il tamburo multiplo della pioggia. In silenzio il vecchio Antonio mi si avvicina, tossendo per la tubercolosi e sussurrandomi all’orecchio: “Quella parola non esiste nella vera lingua, ecco perché i nostri non si arrendono mai e muoiono meglio, perché i nostri morti comandano che le parole che non vanno non siano neanche vissute”. Poi va ai fornelli per scacciare paura e freddo. Lo dico ad Ana María, mi guarda teneramente e mi ricorda che il vecchio Antonio è già morto … [2]

Il lavorio decennale dei militanti armati ha portato i suoi frutti. Non era scontato. Gli zapatisti sono riusciti ad allargare il cerchio stabilendo relazioni concrete con gli indigeni e riuscendo ad aprire una breccia nei cuori stanchi delle comunità da troppo tempo vessate da un potere che li aveva semplicemente dimenticati. Queste le testimonianze di due combattenti zapatiste che fanno luce sul processo messo in campo: la famosa cerchiatura del quadrato di cui abbiamo parlato precedentemente:

“quando ero a casa, non sapevo leggere o scrivere e nemmeno parlare spagnolo. Mio padre, mia madre, non mi lasciavano uscire perché non sapevo dove andare. Quando ho iniziato a vedere i miei compagni che hanno iniziato a spiegare la politica, tutto, tutto quello che venivano a dirci, ho pensato bene, è un bene per noi, ed è lì che ho pensato, beh, se fossi a casa continuerei lo stesso di prima, senza sapere nulla e senza imparare a leggere e scrivere, sarebbe lo stesso. Sarebbe stato meglio lasciare la mia casa. E inoltre, se avessero insegnato a casa tutto quello che ci hanno insegnato all’inizio, non sarebbe stato lo stesso a casa e qui, non avrei imparato lo stesso.”

“Beh, sono entrata perché ho visto la situazione che le persone stavano vivendo. Quindi stavo pensando a come risolvere questo problema, perché non sapevo se che ci fossero compagni sulla montagna. Ma quando mi hanno detto che c’era un gruppo di compagni che stavano combattendo per la città, poi è arrivato quel giorno quando i compagni ribelli sono scesi in città; è allora che mi hanno spiegato cosa volevano, perché stavano combattendo. Quindi ho deciso di andarci anche io, perché ho visto la situazione in sé che è molto … molto stronza, beh. Così ho parlato con un compagno ribelle. Gli ho detto che se mi accettano lì, e lui ha detto di sì.”

La rivolta del 1994 non è nata per caso. Un piccolo nucleo, certo, ha preso l’iniziativa, ha portato il suo bagaglio di teorie marxiste acquisito nel tempo e lo ha proposto alle comunità indigene. Però, non ha fatto di queste teorie un dato imprescindibile: lo ha messo a disposizione. È lì che si è verificato il travaso. Non tutto era comprensibile agli indigeni, anche loro portatori di usi, costumi e tradizioni. Dall’incontro è nato l’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale. I compagni erano riusciti ad aprirsi al mondo indigeno così come gli indigeni erano riusciti a fare proprie le idee rivoluzionarie degli zapatisti della selva. Solo questo lento processo è stato in grado di generare l’anomalia messicana di cui oggi ancora stiamo parlando.

La redazione di Malanova


LE PUNTATE PRECEDENTI…

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #1 (1993)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #2 (1994/1)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #3 (1994/2)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #4. IL SOGGETTO DI CAMBIAMENTO

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #5 (1994/3)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #6 (1994/4)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #7. LA POETICA RIVOLUZIONARIA

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #8. FAVOLE PER INTERROGARSI

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #9 (1994/5)

PER UNA STORIA DELLA RIVOLUZIONE ZAPATISTA #10 (1994/6)

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