Alla gente di Calabria.
Alle persone oneste che tra mille difficoltà mandano avanti questa regione.
A chi in questi mesi è stati curato da noi.
Ai loro familiari.
Ai nostri familiari.
Siamo il personale sanitario precario dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese Ciaccio” dell’ASP di Catanzaro. Siamo le donne e gli uomini che in questi ultimi mesi hanno messo a repentaglio la propria vita e quella dei propri congiunti per garantire il diritto costituzionale alla salute di tutti i cittadini calabresi.
Non ci rivolgiamo alla classe politica regionale, perché non abbiamo nessuna speranza in loro, troppe volte ci hanno e vi hanno già traditi. La fiducia nei loro confronti è morta già da tempo e con l’emergenza Covid-19 si è trasformata in rabbia.
Ci rivolgiamo alle persone oneste che pagano come noi sulla propria pelle le conseguenze una classe politica inetta e corrotta. È a voi che ci rivolgiamo.
Per colpa di chi governa questa regione abbiamo dovuto affrontare la più grave emergenza medica dal secondo dopo guerra con un sistema sanitario totalmente inadeguato, con un numero di posti letto che è il più basso d’Italia e con la totale assenza di sistemi periferici di assistenza medica.
Per colpa loro siamo stati costretti a lavorare, nella prima fase dell’emergenza, nella pressoché totale assenza di Dispositivi di Protezione Individuale (principalmente mascherine e visiere) aumentando così le possibilità di contagio per noi e per i nostri congiunti.
Ancora oggi siamo costretti a turni di lavoro massacranti (che non rispettano il riposo imposto per legge), all’interno di reparti sovraffollati con forte carenza di personale e mezzi.
Abbiamo fatto tutti questi sacrifici perché convinti che la salvezza delle vite umane venga prima di ogni cosa. Ci sono pesati è inutile negarlo, ma il pensiero che in questo modo si salvano delle vite è stato di conforto.
Adesso nemmeno questo ci viene più concesso. Il nostro contratto di lavoro scade il 30 Aprile e ad oggi non è stata prevista nessuna proroga.
Già a febbraio in piena emergenza Covid-19 abbiamo sottolineato che era follia prolungare i contratti solo di due mesi perché in aprile, come previsto dall’OMS e dell’ISS, ci sarebbe stato il picco di contagio da Covid-19. I vertici sanitari regionali erano perfettamente a conoscenza di tutto questo ma hanno voluto deliberatamente ignorarlo, giocando in maniera criminale con la nostra vita.
Oggi, a due giorni dalla fine del contratto, 250 di noi rischiano di non rientrare più in servizio, 250 figure che se sottratte al personale già esiguo faranno collassare l’AO “Pugliese Ciaccio”. Il rischio concreto è che saltino le cure all’interno dell’ospedale che è Hub regionale per l’emergenza Covid-19, mettendo ulteriormente a rischio la salute di tutti.
Troviamo stucchevole la retorica che ci dipinge come angeli o eroi, perché mentre da un lato ci si osanna sotto banco, chi tira le fila cerca di scaricarci come se fossimo dei medicinali scaduti.
Non siamo né eroi, né angeli: siamo lavoratori che vogliono continuare tramite il loro impegno a garantire la salute di tutti.
Invitiamo le persone a condividere questo messaggio tramite i propri canali social perché la battaglia per il diritto alla salute è una battaglia di tutti.
Gli operatori sanitari precari e non dell’ASP di Catanzaro.