Fonte: ARPACAL
In provincia di Cosenza il quantitativo totale di rifiuti differenziati ha superato, nel 2018, quello che ancora è conferito nelle modalità tradizionali . Per la prima volta da quando il Catasto regionale rifiuti dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Calabria) raccoglie, elabora e pubblica i dati della produzione di rifiuti in Calabria, il territorio provinciale cosentino fa pesare di più verso la differenziata, con un 54,84 % sul totale di rifiuti prodotti su base annuale, il piatto della bilancia “sostenibile”.
Questi ed altri dati si desumono dal Report regionale rifiuti, riferito al 2018, che questa mattina l’Arpacal ha pubblicato, dopo essere stato approvato con delibera del Direttore generale, dott. Domenico Pappaterra, e trasmesso come di consueto al Dipartimento Ambiente della Regione Calabria ed all’ISPRA (Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Nel complesso la Calabria continua nel suo trend di crescita costante, segnando rispetto al dato definitivo dell’annualità precedente un + 3,75 %, attestandosi al 42,90 % di differenziata sul totale di rifiuti annui prodotti sul territorio regionale, mentre a differenza del 2016 la Calabria è cresciuta di un + 11,70%.
Il Report – realizzato dal Dr. Clemente Migliorino, Responsabile della Sezione Regionale Catasto Rifiuti istituita presso la Direzione Scientifica dell’Arpacal, e dal dott. Fabrizio Trapuzzano – raccoglie ed elabora i dati sulla produzione di Rifiuti Urbani e Raccolta Differenziata riferiti ai Comuni della Calabria, distinti per Categorie merceologiche secondo i Codici identificativi CER.
Occorre ricordare che, in base alla regolamentazione approvata con D.G.R. n. 226 del 29 maggio 2017, entro 30 giorni da questa pubblicazione, i Comuni inadempienti, cioè che non hanno trasmesso alcun dato, e quelli che hanno trasmesso, ma che intendono migliorare, potranno trasmettere dati ed osservazioni integrative.
Analizzando i dati pubblicati sul report, la “hit parade” dei cinque comuni più sensibili in Calabria nella raccolta differenziata sono tutti in provincia di Cosenza: Frascineto (83,92%), San Benedetto Ullano (83,27%), San Giorgio Albanese (81,71%), Longobucco (81,36%) e Carolei (80,85%).
I tre virtuosi nelle altre province sono: per Catanzaro Cardinale (71,82%) Girifalco (71,78%) ed a pari merito Cerva e Andali (71,29%); per Crotone Santa Severina (71,86%) seguita da Cirò (65,73%) e Melissa (62,28%). A Vibo Valentia Stefanaconi (74,64%) seguito da Mileto (68,78%) e Mongiana (67,85%). Per Reggio Calabria, infine, Cittanova (71,54%) seguita da Scido (66,30%) e Ardore (66,07%).
Provincia di Cosenza a parte, che fa da battistrada, l’andamento complessivo dei territori provinciali segna buone performance per Catanzaro (48,74%), ed una sostanziale crescita percentuale anche per Vibo Valentia (34,76%) e Reggio Calabria (30,39%) , con Crotone che continua a migliorare (26,25%).
Per i comuni capoluogo è Catanzaro la città che segna la percentuale migliore di differenziata in Calabria (66,48%) con Cosenza a seguire (57,90%), Vibo Valentia (51,70%) , Reggio Calabria (43,76%); fanalino di coda Crotone (7,62). Vibo Valentia, inoltre, è il capoluogo che segna la migliore performance di crescita nell’ultimo anno, passando dal 29,64% al 51,70% quasi raddoppiando il quantitativo di rifiuti differenziati rispetto alla discarica tradizionale.
Nota dolente del report è la continua assenza di un quantitativo importante di comuni, che in provincia di Reggio Calabria sfiora addirittura il 50%, che non inviano i dati all’Arpacal, nonostante i diversi solleciti. In provincia di Catanzaro 15 comuni su 80 non hanno inviato i dati, in provincia di Cosenza 32 su 150, in provincia di Vibo Valentia 8 su 50, nel Crotonese 4 su 27 e, appunto, in provincia di Reggio Calabria 48 comuni su 97 non hanno trasmesso le schede-dati all’Arpacal. Dal catasto regionale rifiuti, attraverso calcoli previsionali, fanno sapere che riuscendo a recuperare i dati dei comuni “assenti” il dato regionale della differenziata potrebbe salire di circa 3 punti percentuali.
Allegato A: elenco dei comuni che non hanno inviato i dati