La campagna fuori dai combustibili fossili va avanti in tutta Italia e continua a mettere in rete decine di territori mobilitati contro le grandi lobby del carbone, del petrolio e del gas.
Durante i lavori dell’assemblea nazionale svoltasi a Pescara il 17 novembre è emersa tra le altre cose l’esigenza di rispondere collettivamente ad un disegno nazionale che sta spacciando la transizione dal carbone al gas come una svolta “green” da legittimare, autorizzare e finanziare con incentivi e fondi pubblici.
I comitati intervenuti a Pescara ritengono invece che investire nel gas, in ogni sua declinazione, dall’estrazione al trasporto, dallo stoccaggio alla combustione, rappresentanti oggi un passo indietro rispetto alla fondamentale lotta contro i cambiamenti climatici e per il diritto alla salute, alla tutela ambientale e alla buona occupazione di cui i territori inquinati italiani hanno assoluto bisogno.
Da questo punto di vista l’assemblea, dopo aver raccolto la testimonianza di diverse realtà, ha manifestato l’esigenza di analizzare le varie situazioni all’interno di un unico e preoccupante contesto.
La dismissione delle centrali a carbone italiane, prevista entro la fine del 2025, rischia infatti di inaugurare nottetempo la nuova era del gas attraverso la realizzazione di gasdotti, hub del combustibile e nuovi impianti termoelettrici meno costosi per le imprese energetiche, ma comunque inquinanti e climalteranti.
Si ritiene inoltre inaccettabile continuare ad investire sui combustibili fossili rinviando ancora una volta quel piano di investimenti pubblici che servirebbe finalmente a sviluppare una strategia energetica nazionale basata esclusivamente sulle fonti rinnovabili, sull’ammodernamento della rete e sulle tecnologie di accumulo di ultima generazione.
L’assemblea ha dunque espresso e ribadito la propria contrarietà ai progetti di Snam, Enel, Eni e A2A ed in particolare a quelli relativi alla realizzazione di gasdotti, rigassificatori, hub del gas e nuove centrali; denuncia altresì che in Italia non è in corso nessuna transizione ecologica e che l’utilizzo del gas ha come unico obiettivo quello di aumentare i profitti delle multinazionali dell’energia così come dimostrano le aste del capacity market; afferma la necessità urgente di attivarsi affinché il Ministero dell’Ambiente respinga subito e senza esitazione l’autorizzazione ai progetti di realizzazione di nuovi impianti a gas per Civitavecchia, Brindisi, La Spezia e Fusina; ribadisce infine che, da questo momento, la lotta di ogni singolo territorio sarà la lotta di tutti i territori in movimento.
Contro le finte riconversione ecologiche, per la giustizia climatica e sociale, per un mondo che inverta la rotta e che metta finalmente al bando i combustibili fossili.
Campagna Nazionale Fuori dal Fossile
Pescara, 17 novembre 2019