I promotori della manifestazione del 1 novembre 2019 contro la guerra di aggressione turca in Rojava ringraziano i e le migliaia di partecipanti che hanno reso possibile la straordinaria manifestazione, fortificando il sostegno a fianco della resistenza del popolo curdo.
Il 1° novembre è l’anniversario della strenua resistenza di Kobane da parte dei combattenti dell’umanità contro la barbarie dell’Isis: tutto il Rojava resiste all’invasione turca che prosegue senza sosta nonostante la presunta tregua prevista dagli accordi Usa-Turchia e Russia-Turchia, con l’obiettivo di commettere un genocidio nei confronti del popolo curdo e di eliminare le conquiste rivoluzionarie del Confederalismo Democratico.
Mentre una tragedia incombe sulla popolazione curda, Italia e UE se ne lavano le mani: invece di promuovere il riconoscimento del Rojava (a partire dal garantire la presenza dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est al tavolo in cui a Ginevra si discute una futura Costituzione per la Siria), e di agire efficacemente anche in sede Nato per fermare la guerra, sono conniventi con il regime di Erdogan visti i lucrosi affari commerciali e il traffico d’armi, nonché di esseri umani, con la tratta dei profughi siriani per la quale la UE accetta i ricatti della Turchia chiudendo gli occhi sulla pulizia etnica in corso nel nordest della Siria ad opera dell’esercito turco e dei suoi alleati jihadisti.
Per questo facciamo appello a tutte le persone di buona volontà che già si prodigano in tutta Italia a proseguire e ampliare la mobilitazione per:
– fermare quanto prima l’invasione delle Siria e aprire dei corridoi umanitari per la gestione sanitaria delle vittime degli attacchi e il trasferimento degli sfollati in zone sicure;
– chiedere che una forza europea/internazionale di interposizione garantisca il rispetto dei diritti delle cittadine e dei cittadini delle zone sotto attacco e della cosiddetta “fascia di sicurezza”;
— impedire che il piano illegale e criminale di trasferimento di 1.5 milioni di siriani venga attuato, per altro con i soldi della UE, dentro la suddetta “fascia di sicurezza”
– promuovere le iniziative per chiedere che Erdogan venga messo sotto accusa come criminale di guerra sia per l’uso delle armi chimiche che per gli omicidi, i rapimenti, gli attacchi contro i civili, i giornalisti, il personale sanitario;
– boicottare l’economia turca e chiedere l’immediata sospensione della cooperazione fra l’Italia, la UE e la Turchia sul piano militare, diplomatico economico, culturale.
Occorre anche continuare a sostenere il Rojava attraverso:
– la prosecuzione di iniziative di sottoscrizione a favore della MezzaLuna Rossa Curda;
– la moltiplicazione di patti di amicizia fra istituzioni italiane e del Rojava (enti locali, scuole e università, ospedali, ecc.);
– il riconoscimento della cittadinanza onoraria al precursore curdo Abdullah Öcalan, ispiratore del confederalismo democratico e figura chiave per una soluzione politica della questione curda e per la pace nella regione;
– la prosecuzione e la proposta di progetti di solidarietà attiva sui piani ambientali, sanitario, economico, ecc. che riconoscano e favoriscano le prospettive di autonomia e la stabilizzazione della Siria del nord- est, nell’ambito di una Siria unita, autonoma, federale e democratica.
Occorre inoltre continuare cogliere ogni possibile occasione di mobilitazione per dare visibilità e sostegno alla difesa del Rojava dall’invasione e occupazione turca, come avverrà già nella manifestazione pervista per prossimo 9 novembre a Roma, che verrà aperta da un spezzone della Comunità Curda.
Roma, 5
novembre 2019
UIKI Onlus
Comunità Curda in Italia
Rete Kurdistan Italia