Il Tribunale di Locri ha accolto la richiesta depositata nei giorni scorsi dai legali di Mimmo Lucano stabilendo che può tornare a Riace. I giudici hanno messo fine all’inverosimile divieto di dimora che ha finora impedito all’ex sindaco di rientrare nel suo paese.
Nessun Sindaco in odor di ndrangheta, nessun amministratore scoperto con le mani nella marmellata ha subito un simile e irrazionale procedimento. Ad un certo punto sembrava, complice una narrazione mediatica irreale, che Riace fosse diventata il centro del mondo, con i fan sfegatati – spesso non residenti – che la dipingevano come un paradiso in terra o la fazione opposta che la raccontava come il ricettacolo di ogni nefandezza e come il vero ed unico problema che affliggeva la Calabria. Risolto il bubbone Riace sembrava che per i governanti di turno si sarebbero risolti tutti gli atavici problemi della nostra Regione. I fatti di attualità attestano che non è stato così.
Si aspetta ora la verità su tutte le accuse rivolte verso Mimmo Lucano e su un modello politico di città aperta e solidale che è stato messo in discussione in soli 3 anni, prima dal governo di sinistra con protagonista il ministro Minniti, per proseguire con il governo gialloverde del tristemente noto ministro Salvini.