Sono passati sette mesi dall’approvazione del Regolamento dei Beni Comuni da parte del Consiglio Comunale di Rende.
Pensiamo siano maturi i tempi per dare muscoli, tendini e nervi allo scheletro di un progetto innovativo che non può giacere esangue negli armadi della burocrazia cittadina. Il Regolamento rappresenta, infatti, uno snodo fondamentale nel nostro percorso di iniziativa e partecipazione dal basso.
La prospettiva della città come Bene Comune è connessa alla possibilità di aprire ed attuare una nuova fase sperimentale in cui tutti i cittadini insieme alle loro “comunità di riferimento” (quartiere, associazione, comitato spontaneo, gruppo di abitanti) possano decidere, gestire, governare dal basso una parte importante della propria esistenza con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nel proprio territorio, a partire dalla riappropriazione e dalla cura dei beni comuni.
La tutela ambientale, la salute, l’organizzazione e l’autogestione di servizi collettivi, così come la riappropriazione di spazi di socialità e cultura e di tutto quello che rientra nel concetto di bene comune deve necessariamente poter passare attraverso un meccanismo che consenta ai cittadini di amplificare il proprio potere decisionale attraverso forme di partecipazione e di democrazia diretta.
Siamo consapevoli che la spinta per l’attuazione concreta del Regolamento e così dei percorsi innovativi da questo tracciati può essere data solo dal coordinamento e dalle forze di tante associazioni, comitati di quartiere sulla scia dei percorsi vertenziali e di movimento da tempo messi in atto.
Il Coordinamento #DecidiamoNoi è attivo da quasi due anni e si adopera sul territorio con l’unico obiettivo di generare uno spazio di discussione libero, plurale ed aperto a tutti e tutte coloro agiscono concretamente ogni singolo giorno per la cura del proprio quartiere, per la tutela ambientale, per la lotta e per i diritti umani e sociali.
Un tentativo di unire le forze al fine di sviluppare una coscienza critica capace di incidere fortemente e dal basso sulle scelte che altrimenti ci calano preconfezionate dall’alto delle “stanze dei bottoni”. Non una nuova soggettività sociale, dunque, ma un laboratorio aperto e plurale capace di immaginare e praticare collettivamente percorsi comuni in grado di darci maggiore forza e di ottenere concretamente migliori risultati.
Nell’assemblea pubblica di marzo dicevamo che l’approvazione del Regolamento rappresentava solo una prima tappa di un processo ancora tutto da costruire.
Quali prospettive concrete si aprono adesso per il nostro territorio? Come è possibile attivare quanto previsto dal Regolamento? Che passaggi sono ancora necessari perché questo diventi un reale strumento di cambiamento? Come evitare che esso rimanga una sterile enunciazione di buoni propositi? Come avviare reali processi di cambiamento, in chiave pubblica e partecipativa, a partire da alcuni servizi pubblici essenziali come il servizio idrico, il ciclo dei rifiuti e i trasporti urbani?
Chiediamo a tutti e tutte coloro che vivono, lavorano, amano e lottano nella città di Rende di fare uno sforzo collettivo, insieme, per dare una risposta a questi interrogativi.
Chiediamo all’Amministrazione – che più volte si è detta concorde con il percorso che abbiamo inaugurato in città – di passare dal dire al fare, di inaugurare l’ufficio dei Beni Comuni, dar vita ai primi patti di collaborazione che abbiamo già presentato e realizzare lo spazio virtuale (portale dei Beni Comuni) e reale di quella che nel Regolamento è chiamata “rete civica”.
Sette mesi sono passati: c’am’i fà? Nel frattempo ca ni MANNAnu na risposta, attiviamoci!
…è solo l’inizio!
Coordinamento Territorale #DecidiamoNOI