(ovvero: chi controlla il controllore?)
Il Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Pollino, Pappaterra, è stato nominato dal suo compagno di partito –nonché Presidente (è tutta una storia tra Presidenti…) della Giunta Regionale della Regione Calabria, Mario Oliverio- Direttore Generale di ARPACAL, cioè dell’Ente che ha il gravoso compito di monitorare lo stato dell’Ambiente su tutto il territorio regionale (acque potabili e di balneazione, qualità dell’aria, dei suoli, inquinamenti d’ogni tipo e natura, ecc. ecc. ecc.). Insomma un incarico da far tremare mani e polsi a chiunque, anche a persone ben più esperte del Presidente del Parco.
Ma Pappaterra non si è certo scomposto. Non soltanto ha accettato l’importantissimo e complesso incarico, ma, a quanto pare, non ha nessuna intenzione di “mollare” la carica di Presidente dell’area protetta più grande d’Italia. Perché porre limiti alla Provvidenza?
Certo la questione pone più di un interrogativo (salva ogni valutazione d’ordine giuridico, che lasciamo agli Organismi deputati).
Anzitutto, come farà il Presidente Pappaterra, che non risulta essere dotato del dono dell’ubiquità, a governare in maniera propria e sensata due Enti e due ambiti di lavoro così ampi, complessi, difficili da gestire, tra l’altro in una Regione che proprio su questi ambiti vede da sempre piovere motivate e feroci critiche?
E non ritiene, il Presidente Pappaterra di trovarsi in una evidente condizione di macroscopico conflitto di interessi, visto che ad ARPACAL fanno capo i controlli ambientali su tutto il territorio regionale, e dunque anche quelli riguardanti il Parco Nazionale del Pollino?
Ove gli Organi di Vigilanza sull’attività dell’Ente Parco non riscontrassero una incompatibilità giuridicamente fondata, ragioni di solare opportunità, oltre che necessità di garantire una adeguata funzionalità dei due Enti, non dovrebbero essere forse seriamente considerate?
O gli accordi “politici” sopra o sotto il famoso banco devono continuare a far premio sempre e su tutto –come al solito- nella nostra sempre più disastrata Calabria?
Né si può tacere o far finta di dimenticare che Pappaterra, oltre ad essere Presidente dell’Ente Parco è anche Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Osservatorio Ambientale sulla centrale del Mercure, oltre che artefice principale della sua riapertura. Quello che tante polemiche ha sollevato, costituito con finanziamenti ENEL (100.000 euro l’anno…), che dovrebbe garantire il monitoraggio degli effetti delle emissioni della centrale sulla biodiversità del Parco e sulla salute dei residenti. Di questo Osservatorio si attendevano i risultati del secondo anno di monitoraggio, già dallo scorso mese di maggio. Che fine hanno fatto? In ogni caso, anche per l’Osservatorio si viene a concretizzare la “felice” coincidenza controllato-controllore.
E così, alla fin qui disastrosa gestione dell’Ente Parco, ancora privo del suo primo Piano del Parco a 25 anni dalla sua istituzione- gli ultimi 11 dei quali sotto la Presidenza Pappaterra – va ad aggiungersi quest’ultima “perla” che condanna l’area protetta patrimonio dell’Umanità UNESCO, nel migliore dei casi, ad uno stato agonico per chissà quanto tempo.
Questi comportamenti da “collezionista di figurine”, a tutto danno dei cittadini, non sono più tollerabili e se il Presidente Pappaterra vuole continuare a farlo, speriamo ci sia chi finalmente deciderà di intervenire.
17 giugno 2019
Forum “Stefano Gioia” delle Associazioni e Comitati calabresi e lucani per la Tutela della Legalità e del Territorio