Prendocasa Cosenza
Ciò che emerge dalle indagini della procura di Catanzaro non ci sorprende. E’ la realtà che viviamo, denunciamo e combattiamo da sempre. Dalla metroleggera al museo di Alarico passando per il nuovo ospedale e piazza Bilotti le grandi opere sono necessarie esclusivamente alla classe dirigente locale per fare affari, alimentare clientele e quindi aumentare il proprio potere politico. Nessun interesse collettivo da perseguire, dietro le grandi opere si nascondono solamente i guadagni di pochi. Nomi e volti ben noti, che senza vergogna da decenni tengono sotto scacco e ricatto la nostra città, la controllano, ne gestiscono ogni settore pubblico. Da destra a sinistra, non c’è nulla che tenga, appalti e cemento mettono d’accordo tutti. Un radicato e diffuso apparato che alimenta i drammi con i quali noi cittadini conviviamo quotidianamente.
Cosenza è il loro giardino privato in cui con estrema disinvoltura barattano opere pubbliche, truccano appalti, incassano milioni. Il futuro della nostra città passa dagli accordi e dagli interessi di qualcuno. Lo ripetiamo da tempo con fatti concreti, mettendoci in gioco, non solo a parole: le priorità di questo territorio sono altre. Politiche strutturali sui temi come la salute, la casa, i trasporti e il reddito rappresentano l’unico sviluppo possibile, l’unica grande opera necessaria a tutti e tutte. Questi sono i nostri interessi che i tanti “Nicola Adamo” che hanno segnato e segnano la storia amministrativa della nostra terra non perseguiranno mai.
Da diversi anni, in ogni modo, stiamo combattendo la costruzione dell’inutile e dannosa metroleggera Cosenza-Rende-UniCal, perché crediamo che la nostra area urbana abbia bisogno di un nuovo sistema di trasporto pubblico efficiente che risponda ai bisogni reali dei cittadini. Oggi lo ribadiamo in maniera ancor più convinta, sulla metro bisogna mettere una pietra tombale e quindi i cantieri delle opere a essa connessI devono essere chiusi, restituendo viale Giacomo Mancini alla città.