Reggio Calabria, 09 aprile2019 – La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha audito nella prima parte della giornata i rappresentanti di ArpaCal, i procuratori capo di Cosenza Mario Spagnuolo, di Crotone Giuseppe Capoccia, e di Reggio Calabria Giovanni Bombardierie l’assessore regionale all’Ambiente Antonella Rizzo, accompagnata dal direttore del dipartimento Ambiente Orsola Reillo.
Il commissario straordinario di Arpacal Maria Francesca Gatto e i funzionari hanno riferito in merito alle attività dell’agenzia. Dall’audizione è emerso che Arpacal non ha un catasto delle acque reflue. Gli auditi hanno spiegato che Arpacal, in qualità di organo tecnico della Regione, svolge controlli ordinari solosugli impianti che operano con autorizzazione integrata ambientale (Aia). Tutti gli altri controlli, compresi quelli sui depuratori, secondo quanto riferito dai rappresentanti di Arpacal vengono eseguiti solo su mandato dell’autorità giudiziaria.
Il procuratore Spagnuolo ha spiegato che la criticità ambientale principale è legata al trattamento delle acque: la procura di Cosenza ha creato un protocollo di indagine per controlli a tappeto sui depuratori. Su 100 impianti controllati, circa la metà sono risultati esistenti solo sulla cartae non funzionanti, nonostante i Comuni li dichiarino attivi. Spagnuolo ha anche spiegato come in Calabria risulti carente il controllo amministrativo, e come si osserviperò una sensibilità crescente da parte di cittadini e associazioni ambientaliste.
Il procuratore Capoccia ha riferito che a Crotone, dove si estende un sito di interesse nazionale per la bonifica, si osserva una sottovalutazione da parte delle istituzioni dell’impegno necessario a risolvere il problema ambientale. Capoccia ha anche dichiarato che a Crotone, proprio per la sua natura di area Sin, sarebbe necessario più personale degli organi di controllo ambientale. Per quanto riguarda le criticità sul fronte della depurazione delle acque, il procuratore ha riferito che dalle indagini sono emersi storni di finanziamenti erogati per il rifacimento di impianti ma destinati nella realtà a progetti differenti, seppur nello stesso ambito, per tamponare altre situazioni emergenziali.
Il procuratore Bombardieri ha riferito in merito alle indagini che hanno interessato il depuratore e l’inceneritore di Goia Tauro. Rispetto ai conferimenti di rifiuti non tracciati presso quest’ultimo impianto, Bombardieri ha spiegato che è stato osservato il controllo da parte della criminalità organizzata: secondo quanto riferito dal procuratore, prima della contestazione degli illeciti da parte della procura, su quei flussi non c’erano stati controlli adeguati da parte degli organi preposti. Bombardieri ha parlato anche di inchieste sul traffico illecito di rifiuti ferrosi. Sul fronte della depurazione delle acque, il procuratore ha riferito del sequestro di 14 impianti nell’area di Reggio Calabria: depuratori inattivi o malfunzionanti che in alcuni casi scaricavano in mare i reflui tal quale.
L’assessore Rizzo e la dott.ssa Reillo hanno riferito in merito al piano regionale rifiuti, la situazione degli impianti e il ciclo delle acque, punto quest’ultimo che al momento ricade tra le deleghe del presidente della Regione. Secondo quanto riferito, alcune tipologie di controlli sugli impianti vengono effettuati direttamente dai tecnici del dipartimento Rifiuti della Regione. «Dalle prime audizioni è emerso un quadro gravissimo per quanto riguarda la depurazione delle acque. In molti casi gli scarichi finiscono direttamente nei fiumi o in mare senza nessun trattamento, e quando i depuratori esistono sono spesso malfunzionanti o non ben collegati alla rete fognaria, se non addirittura inattivi. In un quadro così critico, non esiste tuttavia nemmeno un catasto delle acque reflue nonostante l’alto numero di agglomerati sotto procedura di infrazione. Faremo degli approfondimenti per quanto riguarda i controlli ordinari, sia sui depuratori, sia sugli impianti di trattamento e smaltimento rifiuti, che competono ad Arpacal e agli altri soggetti preposti, e che non appaiono adeguati», ha dichiarato il presidente della Commissione Ecomafie Stefano Vignaroli.