Oliverio mantiene la parola alcuni sindaci indietreggiano
Sappiamo chi ha voluto e autorizzato l’impianto di Celico.
Adesso sappiamo chi vuole che l’impianto torni a lavorare a pieno regime
COMUNICATO STAMPA
Comitato Ambientale Presilano
Oggi, 6 aprile 2016, si è tenuto in Prefettura l’incontro richiesto dal Comitato Ambientale Presilano con l’occupazione pacifica del Comune di Celico. Oltre ai rappresentanti del CAP erano presenti l’ing. Pallaria, dirigente del Dipartimento Ambiente della Regione, i Sindaci di Rovito, Celico, Casole Bruzio, Spezzano Piccolo, Lappano, Serra Pedace, Pedace, Trenta, Mi.Ga., confindustria e Arpacal.
Il Comitato ha ribadito la necessità che la Regione Calabria confermi l’impegno a non utilizzare l’impianto di Celico e che non sia previsto il suo utilizzo nel nuovo piano per la gestione dei rifiuti.
L’ing. Pallaria ha accolto la richiesta del Comitato confermando che la Regione non ha previsto nelle linee guida del nuovo piano rifiuti l’utilizzo dell’impianto di Celico e che non invierà, nelle more dell’approvazione dello stesso, rifiuti del circuito pubblico.
Inoltre ha invitato nuovamente il Comitato e i sindaci a presentare le controdeduzioni per valutare definitivamente se ci sono le condizioni per il ritiro dell’AIA.
Quello che ha sorpreso è stata la posizione espressa in modo palese dai sindaci Iazzolino di Casole Bruzio, Falcone di Celico e Oliverio di Pedace. Infatti, a fronte dell’impegno chiaro espresso dall’ing. Pallaria, tali sindaci hanno fatto un netto passo indietro rispetto a quanto sottoscritto con il famoso documento consegnato in Regione. Secondo loro infatti è preferibile permettere l’utilizzo dell’impianto per conferire i rifiuti di alcuni comuni, 24 tra i quali ai sensi della legge regionale Cosenza e Rende (il fantomatico ARO Presila non esiste).
Ribadiamo ancora una volta che, come riconosciuto anche dai Sindaci, firmando il documento consegnato ad Oliverio, l’impianto di Celico è stato autorizzato in assenza di requisiti fondamentali e che il suo utilizzo sta attentando gravemente alla qualità della vita degli abitanti della Presila.
Permettere l’utilizzo dell’impianto, come è stato chiarito in Prefettura, non ne impedisce l’utilizzo per la lavorazione e lo smaltimento dei rifiuti privati. Inoltre, l’utilizzo dell’impianto per il circuito pubblico ne permetterà l’impiego per tutti i comuni che ne dovessero fare richiesta e consentirebbe lo sversamento indiscriminato di rifiuti in caso di emergenza.
Risultano pertanto incomprensibili le aperture di alcuni sindaci, soprattutto alla luce delle gravi responsabilità ereditate da chi ha progettato e autorizzato un impianto nel mezzo di un “paradiso naturale”. Alimentare le finanze della società che gestisce l’impianto della Mi.Ga. con le tasse pagate dai cittadini per lo smaltimento degli RSU, serve solo a garantire la sostenibilità finanziaria dell’impianto e a prolungarne la durata.
Non ci facciamo abbindolare dalle parole di chi parla di “minor danno per la popolazione” e di chi con parole gravissime dice di esser convinto “ancora di più della necessità d’inserire l’impianto di Celico nel circuito pubblico”.
Ribadiamo che il divieto di utilizzo da parte dei privati dell’impianto di Celico è possibile solo ed esclusivamente se viene ritirata l’AIA. Autorizzazione rilasciata su proposta del Comune di Celico che ha sempre rilasciato parere favorevole ai successivi rinnovi. Ogni altro stratagemma serve solo ed esclusivamente a garantire il mantenimento in vita del mostro che sta attentando alla salute nostra e dei nostri figli.
Chiediamo ai sindaci di mantenere l’impegno ad attivare il pool di legali come già concordato con il Comitato per inoltrare alla Regione le controdeduzioni, come ricordato oggi più volte dall’ing. Pallaria. Dal sindaco di Celico, il cui comune ha ricevuto dalla MiGa molte centinaia di migliaia di euro, di spenderne un po’ per fare i controlli necessari per tranquillizzare la popolazione soprattutto dopo i fatti della Basilicata.
Il governatore Oliverio ha mantenuto la promessa: l’impianto della Mi.Ga. non verrà inserito nel nuovo piano rifiuti con la conseguenza che non potrà più essere usato in caso di emergenza.
La responsabilità del futuro della discarica, del territorio e della salute dei cittadini, ricade a questo punto sugli amministratori presilani ai quali non permetteremo di fare pericolose retromarce.
Ribadiamo che per noi la discarica di Celico va chiusa senza se e senza ma.
Sfidiamo i sindaci che hanno rinnegato la battaglia contro la discarica ad un dibattito pubblico.
Rovito, 06/04/2016
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