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Prendocasa: «Sfuggono da guerre e diventano prigionieri della burocrazia»

12729096_473835279455332_3443081481581489160_nGli attivisti del comitato Prendocasa hanno seguito per tutto il giorno l’evoluzione delle sorti dei ventiquattro migranti richiedenti asilo politico. Proprio mentre erano pronti a montare le tende in piazza e passare la notte davanti alla prefettura è arrivata la soluzione. Il “rifugio” è stato trovato in una struttura Caritas di Carolei. «La vita che fugge di fronte alle bombe, la burocrazia che intasa le arterie dei diritti, i media che partoriscono orizzonti cupi e tenebrosi generatori di paure, indifferenza e xenofobia – raccontano gli attivisti di Prendocasa – Questa la storia dei ragazzi che abbiamo incontrato presso la stazione di Vaglio Lise dove tornano la notte per dormire nei cartoni, sulle panchine o negli edifici abbandonati. Sono alcuni dei fortunati giovani (altri giacciono in fondo al mare) che dopo aver superato indenni il viaggio nelle barche-carretta e scavalcato recinzioni e muri che costellano i confini europei, sono giunti a Cosenza. Scappano da guerre che non hanno voluto, vittime delle strategie geopolitiche delle superpotenze mondiali. Sfidano la sorte sognando un futuro dignitoso. Oggi sono qui in attesa di quei documenti che, inquanto rifugiati, gli spetterebbero di diritto… ma… “wait, wait, wait”, espletate tutte le procedure previste, non resta che un’estenuante attesa che dura ormai da circa tre mesi».
«Non c’è posto per loro nella “mangiatoia” della storia, non c’è nessun bue e nessun asinello a riscaldarne le notti ed anche i fiumi di fondi destinati a queste emergenze sembrano essere stati tutti risucchiati dalla voracità delle cooperative, non solo capitoline – continua Prendocasa – coinvolte nel business dell’accoglienza. Refugee Welcome… ara Stazione! Certo potevamo girarci anche noi dall’altra parte, far finta di non vedere gli effetti disastrosi di quel mostro sistemico affamato di austerità che, intento a scavare solchi ed erigere nuovi muri, divide in maniera iniqua le risorse mondiali fra pochi paperoni, lasciando nella polvere i corpi di miliardi di impoveriti. Questo mostro, però, non si aggira più solo tra mondi lontani ma è sempre più presente nelle nostre strade mordendo e mietendo vittime che hanno il volto dei senzacasa, dei disoccupati e dei precari. Anche per questo abbiamo allestito, simbolicamente, nella piazza centrale della città un campo profughi, per rendere visibili gli invisibili, per svegliare le coscienze intorpidite, per dimostrare che lo slogan “Cosenza città dell’Accoglienza” è ancora oggi attuale e non rappresenta solo un antico attestato ormai logoro che giace negli archivi della storia cittadina. Welcome Refugee… in Piazza XI Settembre!».

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