Vedendo un’inchiesta della trasmissione Report intitolata “Che spiga!” sull’oramai conosciuto utilizzo di erbicidi come il glifosato in agricoltura, elemento chimico altamente tossico e nocivo per la salute della terra, dell’uomo e degli animali, ci è venuto di scrivere questo invito ad andare oltre la denuncia per partecipare alla costruzione di quell’altro mondo possibile che passa dalla trasformazione dei “modi di produzione” che invadono in negativo le nostre vite. Da tempo, grazie all’impegno di persone reali – Mario, Lello, i contadini della rete costruita dal progetto “il Seme che Cresce”, il prefinanziamento degli aderenti al GAS Cosenza – noi glifosato non ne mangiamo!
Grazie allo studio delle varietà “antiche” ed autoctone del grano, all’organizzazione di una filiera “dal basso” che va nella direzione della “sovranità alimentare” e che ci permette di controllare con estrema trasparenza quello che mangiamo. Nel tempo abbiamo approfondito le diverse fasi della lavorazione, dalla molitura alla pastificazione artigianale. Abbiamo compreso che non tutti i “modi di produzione” sono uguali, che non può esistere una pasta a 35 centesimi di euro perché non si riesce a ripagare neanche il grano con quella cifra. A quella cifra non ci può essere che sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente. A quella cifra non può esserci che un’immensa frode.
Gli scaffali dei nostri supermercati sono, di fatto, LEGALMENTE, pieni di veleno. Altro che nutraceutica, altro che curarsi con il cibo. Mangiando, oggi, ci si ammala, si ingurgitano tonellate di composti chimici, gli stessi che impregnano i nostri terreni e finiscono per inquinare le falde. Andando oltre alla denuncia sul tema del cibo, dicevamo, la rete Utopie Sorridenti ha deciso di rimboccarsi le mani da ormai 14 anni. Abbiamo conosciuto tanti contadini e contadine che hanno il gusto di “curare”, “coltivare”, “migliorare”, la terra.
Portiamo ogni sabato presso uno spazio sottratto alla speculazione, le ex Officine/Rialzo, ortaggi locali appena raccolti e trasformati come la farina, il pane e la pasta di cui conosciamo tutta la storia, dal chicco alla tavola. Nel nostro piccolo ci siamo messi al riparo dalla speculazione che avviene sulle nostre vite, sulla nostra salute. Aspettiamo che anche gli altri e le altre se ne accorgano e utilizzino le loro energie fisiche e mentali per dare nuova linfa a questa sperimentazione che ha tanti difetti ma sicuramente è schietta e non nasconde frodi o speculazioni.
Costruiamo dal basso le nostre filiere. Riappropriamoci del cibo, della nostra salute e di quella della nostra terra. Braccia, cuori e gambe per cambiare davvero lo cose. Andiamo oltre le sterili denunce e le momentanee indignazioni. Che cos’è lo sfruttamento dei braccianti nelle nostre piane se non un modo di produzione? Che cos’è la Grande Distribuzione Organizzata se non un sistema di accaparramento a danno della terra?
Agrochimica, Industria alimentare, agricoltura intensiva. Oppure Gruppi di Acquisto Solidale, Agricoltura contadina, Cooperazione. Basta poco, il tempo di una scelta di “campo”!
L’inchiesta di Report
https://www.raiplay.it/social/video/2017/10/Che-spiga—30102017-52a602ad-9393-4fbe-968a-3c0306319e30.html?fbclid=IwAR3563zN4fS8mv8zCy51GJ4xNn7WptGIPIAZnyRTkNQ8hN41KQuGPJ8l6aQ
Gruppo di Acquisto Solidale Cosenza
Casa dei Diritti Sociali – FOCUS