di Paolo Palma
Il Convitto Nazionale B.Telesio di Cosenza è uno degli edifici storici più prestigiosi della città. Ma da dieci anni (sì dieci anni, avete capito bene) è diventato un cantiere, con gravi disagi per gli utenti ma anche per i cittadini di Salita Liceo, via Argento, Vergini e Archi di Ciaccio a causa della concomitante chiusura della strada su cui si affacciava l’ingresso principale oggi sbarrato. Da oltre due anni i lavori di ristrutturazione e consolidamento con iniezioni di cemento (iniezioni documentate da alcune foto) sono addirittura fermi e quest’anno, per la prima volta, la Provincia di Cosenza ha imposto il provvisorio trasferimento dei convittori e degli studenti in altre strutture cittadine per motivi di sicurezza. Inutile dire che i disagi sono aumentati per tutti. Sembra però che nelle prossime settimane i lavori finalmente riprenderanno a cura della Provincia e che il prestigioso edificio, dove sono rimasti ad operare i dirigenti e la segreteria, potrà tornare ad accogliere convittori e studenti già dal prossimo anno scolastico. Il rettore-preside ing. Aldo Trecroci e il vicerettore ing. Luigi Cribari ce la stanno mettendo tutta. È grazie a loro che oggi ho potuto visitare e fotografare il cantiere, ripercorrendo scale, chiostri e corridoi della mia adolescenza. Mi hanno spiegato che il progetto è ambizioso: aprire il Convitto alla città, collegarlo alle altre prestigiose e contigue strutture culturali di Cosenza Vecchia: il Liceo Telesio, la Biblioteca Civica, il Teatro Rendano, l’Accademia Cosentina, la Fondazione Carical, la Biblioteca Nazionale, l’Università telematica Pegaso, il Museo Diocesano. Il grande polo culturale di Cosenza storica. L’auspicio è che la Provincia di Cosenza, responsabile dell’immobile, faccia anch’essa la sua parte con maggiore determinazione. Per il Convitto e per Cosenza Vecchia.