L’ennesimo sfratto per morosità incolpevole in città prosegue il suo iter drammatico. Persone in condizioni di disagio economico rischiano di essere private del diritto all’abitare. Oggi era la volta della famiglia Pellegrino, da tempo priva di reddito e per questo non in grado di sostenere il canone di locazione. Per questo motivo la famiglia ha rischiato già da oggi di dormire per strada. Il Comune continua però a non assegnare gli alloggi per questi casi di grave emergenza abitativa, a garanzia del diritto alla casa.
Il signor Pellegrino, a partire dal 28 giugno scorso, ha presentato al Comune la richiesta di assegnazione di un alloggio popolare per emergenza abitativa ai sensi dell’articolo 31 Lr 32/1996 e del relativo Regolamento comunale.
Da parte del Comune, nessuna risposta.
La sorte delle famiglie che rischiano di finire per strada non sembra essere una priorità per l’amministrazione comunale, considerato che non sono state avviate le azioni necessarie per provvedere a questo tipo di emergenze. Eppure si tratta di situazioni drammatiche che negano quotidianamente il diritto fondamentale alla casa alle persone più vulnerabili dal punto di vista economico e sociale. In questa fase di crisi economica ancora in atto, gli sfratti colpiscono quotidianamente decine di famiglie ma questo tema continua a non essere inserito nell’agenda politica comunale e nazionale. Al di là della gravità sociale di queste situazioni, che di per sé dovrebbe essere sufficiente a determinare l’intervento dell’ente pubblico, il Comune si dovrebbe occupare degli sfratti per morosità incolpevole in quanto previsto dalla legge regionale 32/1996 all’articolo 31 che elenca, tra i casi principali di emergenza abitativa, proprio gli sfratti per morosità incolpevole.
La rete di Associazioni e Movimenti, riuniti nell’Osservatorio sul disagio abitativo, già da dicembre 2016, ha sollecitato il Comune ad avviare le azioni per rendere trasparenti e veloci le assegnazioni per emergenza abitativa, avendo come esito l’adozione di un regolamento approvato dal Consiglio comunale il 25 gennaio 2018. Il regolamento tuttavia prevede una procedura macchinosa, al punto che dopo 10 mesi resta inapplicato.
In ogni caso il regolamento comunale, se ci fosse la volontà politica, potrebbe essere facilmente corretto per renderlo efficace attraverso una semplice procedura informatica, proposta dalla rete di associazioni e movimenti giá nei mesi scorsi.
Ma non essendo il regolamento comunale obbligatorio, il Comune, ancora prima della sua adeguata correzione, dovrebbe comunque intervenire, in applicazione dell’ articolo 31 della legge regionale 32/1996. Lo dovrebbe fare, come previsto dalla normativa, assegnando gli alloggi popolari per i casi più gravi di emergenza abitativa, come gli sfratti esecutivi per morosità incolpevole.
Oggi per la famiglia Pellegrino, la rete di associazioni e movimenti ha chiesto e ottenuto una proroga per l’esecuzione dello sfratto, affinché si abbia il tempo di sollecitare ancora il Comune per l’assegnazione di un alloggio popolare.
L’azione di denuncia e di sollecitazione per i casi specifici conosciuti dalla rete è un’ attività estesa ad ogni altro caso di emergenza abitativa e quindi finalizzata all‘ applicazione della normativa da parte del Comune.
Con questa finalità, si invita ancora una volta il Comune a garantire il diritto fondamentale alla casa per le famiglie a basso reddito, applicando la normativa vigente.
Reggio Calabria, 29 Ottobre 2018
Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi Giacomo Marino -Cristina Delfino
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Centro Sociale Nuvola Rossa
Comitato Solidarietà Migranti
Reggio Non Tace
Collettiva AutonoMia
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