Senza che si dica esagerati, se raccontiamo che la strada più importante della Sila, dal punto di vista paesaggistico, è stata sbarrata con massi e terra in perfetto stile mafioso.
La famosa Strada delle Vette – che collega Camigliatello e Lorica, passando sopra le più alte e suggestive montagne della Sila, quali monte Scuro, Curcio e Botte Donato – è stata inibita al traffico veicolare, con ordinanza comunale, per “salvaguardare” le strutture e gli impianti, oramai privatizzati, del comprensorio sciistico.
L’associazione di comuni di Pedace, Aprigliano, Parenti, Pietrafitta, Serra Pedace, San Giovanni in Fiore, Spezzano Piccolo, Spezzano della Sila e Trenta – con fondi europei – aggiudica l’appalto del progetto LORICA HAMATA, IN SILA AMENA al gruppo Barbieri che – passando anche per un (de)l(i)uttuoso incidente sul lavoro – si vede sequestrato tutto il compendio aziendale composto da molteplici beni e appalti per associazione mafiosa, riclassificato poi in concorso esterno in associazione mafiosa. Già il progetto si porta dietro molteplici punti, molto oscuri, tra pareri non acquisiti e carte post-datate, tagli abusivi di legname e molto altro (leggi l’inchiesta di HEY NOW 1 – seconda parte – terza parte), ma l’avvento degli arresti e dei sequestri per mafia sono un’ amara ciliegina sulla torta della vita delle persone, poche, che hanno deciso di non abbandonare la montagna.
In concreto succede che il 5 maggio, il dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Serra Pedace, l’architetto Damiano Mele, emette un’ordinanza per sbarrare il traffico veicolare in due punti, nei pressi della stradina che porta al rifugio e agli impianti (lato Lorica) e qualche centinaio di metri dopo la chiesetta del pianoro dove vi sono gli impianti (lato Camigliatello). La posa in opera rispetta perfettamente le indicazioni del Parco, ovvero di “usare materiali locali”, visto che vengono asportati grossi massi e del terreno dal bordo strada. In effetti viene fatto di meglio, visto che il Parco prescrive che per qualunque tipo di manufatto di ricoprirlo con materiale locale o legno, ma giusto per l’estetica. La sostanza conta poco ai tempi odierni.
Viene inoltre posta, ai due principi della strada – all’incrocio della 108bis e nei pressi di monte Scuro – una segnaletica molto discutibile: due semplici e non corretti, oltre che poco visibili, segnali di strada chiusa, la semplice T.
Arriva in Sila l’estate e i turisti aumentano di numero. Molti si inerpicano per la strada e giungono davanti le barricate. Sgomenti tornano indietro, delusi dopo aver percorso tanti chilometri senza avere avuto il minimo sentore di non poter ammirare il panorama. Nei giorni tersi è possibile spaziare dal golfo di Taranto sino all’Etna. Neanche la buona pratica di avvisare, con segnaletica apposita, l’impossibilità di raggiungere la vetta o comunque di avvisare che è possibile farlo con l’auto sino ad un certo punto e che poi sia possibile proseguire a piedi. Ovviamente chi conosce già i luoghi, scende dall’auto e prosegue a piedi, ma chi non è mai andato sin lassù, non sa e torna indietro portando con se quel lamento/lamentela che marchia il territorio indelebilmente.
E se la segnaletica è pessima, l’iter burocratico fa acqua da tutte le parti. Sempre il 5 maggio nasce la fusione dei Comuni di Casali del Manco di cui Pedace ne fa parte. Una frittata malfatta e per di più con uova marce. L’architetto Mele, evidentemente pressato dall’(ex) sindaco Marco Oliverio, emette l’ordinanza (leggi l’ordinanza in formato PDF) su carta intestata del comune di Pedace che non esiste più. I più diranno “eh ma c’era l’urgenza…”. Beh si in effetti dal 19 gennaio, giorno degli arresti, al 5 maggio di mesi ne sono passati davvero pochi, solo quasi 5. Esattamente come una delibera di giunta, poi annullata dal Commissario insediatosi, che vedeva aumentare la pianta organica del comune di Pedace a danno dell’intera collettività Casalina. Il personaggio di Marco Oliverio è oggetto di un attacco da parte del presidente della Pro-Loco di Lorica, Claudio Marano, che rimarca come l’azione messa in atto sia un attacco ad un bene collettivo (la Strada delle Vette) per preservare dei diritti strettamente privati, quali quelli del gruppo Barbieri, ovvero quello di ovviare a possibili atti di vandalismo, danneggiamento o furti.
In molti giurano, nella località sorta in riva al lago Arvo, che questa azione è stata messa in campo per fare un favore all’azienda posta sotto sequestro visto che i lavoratori – attualmente impegnati nella sorveglianza di tutto il comprensorio sciistico chiuso e sequestrato – non vengono pagati da molti mesi, probabilmente anche prima del 19 gennaio.
E nel frattempo le due barricate vengono prese di mira dalle persone, che evidentemente mal digeriscono questo abuso. Infatti sono diverse le volte che vengono rimesse in piedi, l’ultima qualche giorno fa. Il giorno di ferragosto, invece all’incrocio con la 108/bis, quindi dalla parte di Lorica, sin dal mattino compare uno striscione che recita una frase dei due picchiatori più famosi del cinema italiano.
Lorica hamata, in Sila amena. Proprio sicuri sull’hamata?
Malanova vostra!
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