I Rom che stavano sul fiume, ora vivono nei vicoli di Santa Lucia, alla garrubba e in via Marini serra. In particolare nei vicoli di Santa Lucia la situazione è di totale degrado e abbandono. Si vive in case diroccate, pericolanti e in condizioni igienico sanitarie disastrose. I bambini non frequentano la scuola e nessun assistente sociale si è mai fatto vedere da queste parti. Nessuna politica di integrazione e nessun dialogo si è mai instaurato, facendo finta che il problema non esistesse. Le condizioni per ricreare un ghetto simile a quello di via degli stadi ci sono tutte, e ignorare il problema o reprimerlo non è la soluzione. Noi abbiamo voluto conoscerli, soprattutto i bambini, molti di loro sognano una vita normale e hanno una grande vitalità. Dovrebbe essere lo scopo di tutti far si che nessuno rimanga indietro, che sopratutto quei bambini abbiano un futuro migliore. Perché a Cosenza vecchia, che un bambino sia rom o originario del posto non fa differenza, rischierà lo stesso di essere carne da macello della malavita vendendo droga e rischiando il carcere per quattro spicci. Perché ancora oggi nel 2017 tanti giovani italiani e rom entrano in contatto con droghe pesanti in tenera età. Ancora oggi nei quartieri dei rivocati e via milelli c’è chi prova ad adescare bambini in cambio di pochi euro per delle prestazioni sessuali. La maggior parte dei ragazzi abbandona gli studi e quasi la maggioranza non ha prospettive universitarie. Insomma, la differenza è sottile e per lo più si tratta di provenienze diverse. Nonostante tutto questo, i cittadini del centro storico che vivevano già in situazioni di forte degrado e disagio, oltre ad una grande precarietà, hanno dato dimostrazione di saper accogliere e condividere. Hanno tollerato situazioni di degrado e molte volte aiutato. Ma proprio per le condizioni in cui versa il centro storico se non si creano delle soluzioni e delle politiche che diano una prospettiva diversa, la situazione rischia di degenerare. Evitiamo facili strumentalizzazioni, evitiamo di soffiare sul fuoco dell’intolleranza che sta dilagando in Italia, evitiamo guerre fra poveri e tensioni, evitiamo di usare tali argomenti per la propaganda politica.
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