No perditempo!

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Sull’area delle ex Officine decidiamo noi!

AREA EX-OFFICINE

Le realtà che la “abitano” chiedono chiarezza

Dopo diversi anni di silenzio istituzionale, l’Area delle Ex-Officine, sita a cavallo tra viale Mancini e via Popilia, ritorna al centro dell’agenda politica o, meglio, al centro degli interessi e degli accordi di palazzo. Un silenzio, appunto, esclusivamente istituzionale perché, in tutti questi anni, la vivacità dell’Area, animata dagli sforzi spontanei di movimenti e associazioni, è stata, invece, piuttosto eloquente. A parlare sono i fatti di chi ha autogestito, e tuttora liberamente autogestisce l’Area, senza alcuno scopo di lucro o altra finalità commerciale, portando, a due passi dal salotto buono della città, fiore all’occhiello dell’Amministrazione Occhiuto, musica, attività culturali, politiche e sociali, esperienze di aggregazione, solidarietà e mutuo soccorso (basti pensare a Fierainmensa), momenti di formazione, consumo consapevole, condivisione artistica.

A dispetto di tutto questo rumore, il silenzio delle istituzioni è sempre parso assordante. L’Area, all’interno della quale trovano sede un auditorium popolare, un centro sociale, collettivi e associazioni, una cooperativa autogestita, un gruppo di acquisto solidale, un’officina culturale, rappresenta la felice fusione di pezzi differenti della città solidale e aperta, la testimonianza dinamica di un’idea alternativa di vivere gli spazi, il baluardo che resiste alla speculazione edilizia e alla selvaggia cementificazione che interessa, in particolare, proprio il viale ai lati del quale l’Area sorge.

Si ritorna a parlare dell’Area delle Ex-Officine, dicevamo, ma non per evidenziare o riconoscere i meriti di chi, dal basso, l’ha salvata dal degrado e dalla privatizzazione, bensì perché quel pezzo di terra dovrebbe essere costeggiato dalla metropolitana di superficie, figlia dell’Accordo di Programma firmato, qualche settimana fa, da Regione Calabria, Provincia di Cosenza, Comuni di Cosenza e Rende. Nell’accordo si legge (cfr. punto 5.5.5 dell’art.3) che l’Area, di proprietà delle FdC, dovrà essere ceduta, entro tre mesi dalla firma dell’accordo stesso, al Comune di Cosenza, con il vincolo dell’“esclusivo uso pubblico”. Inoltre, il Comune si impegna (cfr. punto 4), entro 60 giorni, di fornire alla Regione il “progetto completo di fattibilità tecnica ed economica delle opere a esclusivo uso pubblico che si andranno a realizzare”.

Ed è proprio a partire da questi due passaggi che nascono le prime legittime domande: quanto sarà vincolante questo “vincolo” dell’uso pubblico? cosa si intende, più nello specifico, per “uso pubblico”? com’è possibile che si presenti un progetto dettagliato alla Regione senza che le realtà che, da anni, animano l’Area vengano interpellate? come si può pensare di ridisegnare la geografia strutturale dell’Area senza tenere in considerazione il punto di vista di chi la vive e cura ogni giorno, occupandosi gratuitamente anche del suo mantenimento?

Negli anni passati diversi sono stati gli incontri di progettazione partecipata, ma nulla di quanto è emerso in quelle assisi sembra trovare spazio nel progetto pensato dalle istituzioni.

Gli accordi economici, evidentemente, sono più convincenti e interessanti di queste genuine esperienze di organizzazione dal basso.

Per questo, non ci accontenteremo di una locuzione presente in un accordo, non attenderemo dormienti l’esito delle discussioni di palazzo, non saremo le pedine di un progetto di rigenerazione ideato nel chiuso delle stanze dei bottoni. Sono anni che siamo protagonisti di quest’area, sono anni che suppliamo alle carenze istituzionali, lavorando accanto a tutte quelle persone che vivono nella nostra città situazioni complesse e difficili e che oggi sono considerate “indecorose”, sono anni che chiediamo chiarezza sul nostro destino.

Oggi, dopo i reiterati silenzi e gli accordi di programma, questa chiarezza non può più essere semplicemente invocata ma devono palesarsi i reali progetti, deve essere messo nero su bianco il destino di tutte le realtà che abitano tra i capannoni. In questo senso pretendiamo di dire la nostra su un pezzo di città che abbiamo liberato dai tentacoli della speculazione edilizia e dall’incuria delle istituzioni. Sulle ex Officine, oggi come allora, decidiamo noi!

Cpoa Rialzo

Officine Babilonia

Associazione Yairaiha Onlus

Cooperativa Soccorso Speranza Onlus

Gas Cosenza – Utopie Sorridenti

Auditorium Popolare

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