Di poche ore fa la pubblica presa di posizione del sindaco Mario Occhiuto e della sua amministrazione comunale che non concederanno il patrocinio al Gay Pride che si terrà a Cosenza il prossimo primo luglio, iniziativa definita una mera spettacolarizzazione, una sorta di arrogante e inutile carnevalata che non rivendica, con spirito di apertura, uguali diritti per tutti, ma li pretende. Ora, di uscite a vuoto il sindaco e la sua giunta, in questi ultimi anni, ne hanno collezionate davvero tante, ma la stupidità, l’assenza di lungimiranza politica e l’insensibilità che si annidano in quest’ultima toccano livelli forse quasi mai raggiunti. La Cosenza bellissima immaginata dal primo cittadino e dal suo staff non può tollerare che centinaia di uomini e donne, il primo luglio prossimo, la attraversino festosamente e pacificamente per gridare a voce alta che non vi sono diritti di serie A e diritti di serie B, che è disumano discriminare un individuo solamente per il suo orientamento sessuale, che è aberrante considerare “famiglia” solo i nuclei dove figurano un uomo e una donna, che lo Stato ha il dovere di tutelare tutti i suoi cittadini e garantire la dignità, anche giuridica, di ogni coppia. Tutto questo, la Cosenza bellissima che Occhiuto si fregia di star costruendo non può tollerarlo e non intende patrocinarlo, perché il Gay Pride, ci fanno sapere da Palazzo dei Bruzi, è una semplice e allegra parruccata che tenta di esaltare, nel modo più becero, l’orgoglio LGBT. Allora, ci chiediamo, come può un’amministrazione comunale che millanta d’essere all’avanguardia nei campi più disparati, mostrare tutta la sua “medievalità” (che non si offendano gli studiosi di quest’epoca storica, NdR.), fingendo di non vedere la reale bellezza che un’iniziativa del genere potrà portare nella nostra città e riducendola, colpevolmente e miseramente, a pagliacciata? Con tutto il rispetto per il nobile mestiere del clown, i veri pagliacci della situazione, ancora una volta, credeteci, cari signori dell’amministrazione comunale, siete proprio voi. Chi, come noi, da anni è impegnato sulle barricate per rivendicare i diritti di tutti, ha imparato, sul campo, che la diversità è un enorme ricchezza, sia essa di natura razziale, religiosa o sessuale, che discriminare un individuo per il colore della sua pelle, per il dio che adora o per i corpi che desidera, è semplicemente criminale, perché fomenta odio, violenza e disuguaglianza sociale. Da che mondo e mondo, ogni gruppo di individui, si è conquistato l’inalienabile diritto di manifestare con le forme e le modalità che ritiene più opportune: se sono alla stadio accendo una torcia, se manifesto per la pace sventolo la bandiera arcobaleno, se scendo in piazza per contestare uso il megafono, alzo il cappuccio della mia felpa o calzo una maschera, se attraverso le strade per rivendicare pari diritti e dignità per l’immensa comunità LGBT posso scegliere di indossare una parrucca colorata, senza essere tacciato di “spettacolarizzazione”. Tutta la nostra solidarietà agli organizzatori del Gay Pride cosentino, tutta la nostra complicità a chi lotta ogni giorno per l’uguaglianza sociale. E al sindaco Occhiuto un’ultima cosa vogliamo dirla: aver presenziato accanto a Renato Curcio, esser stato comparsa forzata e fugace nell’occasione della venuta di Delle Chiaie o esserti dimostrato sensibile alle rivendicazioni in tema di diritto all’abitare non ti consegna stellette di merito, non ha nulla a che vedere con i diritti degli omosessuali e, soprattutto, non ti avvicina di un millimetro alla nostra sponda del fiume, ettolitri di acqua lontana dalla tua. Il primo luglio ai nostri posti ci troverete, con la stessa rabbia di sempre e con un filo di rossetto in più.
C.P.O.A RIALZO
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