I cittadini di Cosenza e di Rende si trovano esposti ad un duplice tentativo di ricatto, messo in atto da persone senza scrupoli che tentano di realizzare la metrotramvia senza alcun riguardo per la normativa di settore. Il primo tentativo di ricatto riguarda la presunta necessità di realizzare l’opera, pena il pagamento di penali o la perdita dei fondi. Questo argomento è falso, visto che il contratto d’appalto non è stato ancora firmato, e la Regione Calabria è ancora in tempo per sospendere in autotutela l’aggiudicazione definitiva della gara d’appalto, e rimodulare le risorse sullo stesso capitolo di spesa dell’agenda comunitaria.
Il secondo ricatto ha a che fare con il tentativo di comprare il consenso delle persone facendo leva sulla promessa di realizzare una lista di opere pubbliche collaterali, le quali però non modificano il giudizio negativo espresso riguardo al progetto della metrotramvia in relazione alla sua insostenibilità economico-finanziaria, all’impatto ambientale generato ed allo stravolgimento che si causerebbe sull’attuale tessuto urbano. Inoltre, se fosse vero quanto affermato nel comunicato stampa della Regione Calabria – ovvero che le opere aggiuntive individuate sulla base delle priorità dei Comuni di Cosenza e Rende «sebbene non afferenti direttamente al sistema di mobilità urbana» sono tuttavia «di rilevante importanza per l’assetto del sistema dei trasporti» – allora queste ultime andrebbero realizzate per il bene del territorio a prescindere dalla realizzazione della metrotramvia.
Il giudizio estremamente critico del Comitato No Metro si basa tra l’altro su autorevoli studi demografici riportati anche nel recente Piano Regionale dei Trasporti della stessa Regione Calabria, secondo cui nella Provincia di Cosenza e nell’aerea urbana di Cosenza-Rende sono in atto già da due decenni allarmanti fenomeni di spopolamento e di invecchiamento, tali da rendere inverosimili ed inattendibili le stime d’utenza ipotizzate per la metrotramvia. Tali studi dovrebbero indurre i nostri rappresentanti politici a rivedere le decisioni riguardanti gli investimenti pubblici, in relazione alle reali necessità dei cittadini nei prossimi decenni. Oltre a ciò, permangono intatte «le situazioni di criticità procedurale» legate alla «necessità della sottoscrizione dell’Accordo di Programma “per addivenire alla pubblicazione del bando di gara”», per come lo stesso Sindaco di Cosenza ha denunciato con ripetute missive alla Regione Calabria, rese note nel corso dei mesi dalla stampa locale.Cosenza
Tali criticità non sarebbero sanate dalla eventuale firma dall’Accordo di Programma, bensì creerebbero ulteriori pregiudizi, con rischi di danni erariali per la Regione Calabria ed i Comuni di Cosenza e Rende. Perfino il Sindaco di Rende, in risposta ad interrogazione scritta, ha parlato di «lacuna procedimentale costituita dalla mancata sottoscrizione dell’Accordo di Programma» e dell’obbligo di legge relativo alla verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale per i sistemi di trasporto a guida vincolata. Stupisce quindi come si possa pensare di sottoscrivere un Accordo di Programma in queste condizioni o si definisca il progetto «strategico», nonostante che l’aggiudicazione definitiva dei lavori sia contraria ad ogni regola di procedimento amministrativo ed in spregio alla normativa ambientale e al buon senso economico.
Il Comitato No Metro continua a ritenere quest’opera pubblica devastante dal punto di vista urbanistico e insostenibile dal punto di vista economico, oltre che non coerente col progetto di una mobilità sostenibile, vista la invasività delle scelte tecniche adottate (tra cui tralicci, cordoli e semafori), ed invita il Sindaco di Cosenza – che più volte si è detto disponibile ad incontrare il Comitato No Metro – a fissare quanto prima un incontro per discutere nel merito il progetto approvato nonché le proposte migliorative da lui esposte ai cittadini di Cosenza, che sono incompatibili con le tecnologie disponibili, e lasciano irrisolti tutti i nodi della mobilità dell’area urbana, con particolare riferimento alla necessità di realizzare collegamenti capillari e veloci con le contrade, e consentire l’accesso a servizi primari quali ospedali, scuole, e pubblica sicurezza, e quindi di garantire alti livelli di qualità della vita delle nostre città.”
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