No perditempo!

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PANEM ET CIRCENSES…PALLUNI E CIMENTU

Per fare di Cosenza una città Europea, una capitale culturale, non serve investire nelle grandi opere. Certamente Occhiuto sa, perché i numeri alle ultime elezioni parlano da soli, che per i Mondo Sottanei, abitatori delle periferie esistenziali, occore la vecchia ricetta del “Panem et circenses”.
Il Pane degli appalti che fanno lavorare le ditte ed ingrassano le file dei clienti ed i giochi circensi che distraggono la plebe dalla vita di merda che conduce. Jamu aru campu ca ni sfogamu!
Inutile continuare ad agitare lo spettro di un Ospedale al collasso, con reparti e sale operatorie chiuse e con il personale allo stremo.
Inutile parlare del Centro Storico che crolla mentre si progetta il Museo del fantomatico Re dei Visigoti.
Inutile parlare del marcio che giace nei piani sotterranei di Piazza Fera/Bilotti.
Inutile accalorarsi per i soffitti che crollano nelle case del popolo.
Adesso è il momento dello Stadio. I fondi e la volontà politica pare ci siano. Tutti dobbiamo tifare per questo nuova grande opera.
Potremmo far rilevare che attualmente ogni domenica interi settori sono stabilmente chiusi per mancanza di spettatori. Che questa mancanza è dovuta certamente a fattori contingenti ma anche a fattori strutturalmente legati a ciò che è diventato il calcio moderno. Che se non fosse per la passione ed i colori degli ultrà potremmo dichiarare fallito per sempre il mondo del pallone.
Potremmo azzardare la nostra convinzione che il vero sport, quello capace di un’azione liberatrice e di riscatto sociale, quello in grado di creare una sana socialità, ormai si trova solo nei campetti fangosi di periferia, nelle palestre popolari o semplicemente nelle strade dei nostri quartieri.
Potremmo dire tante cose ma…….adesso è il momento dello Stadio.
Un’ultima cosa vogliamo dire. Non si riesce proprio a capire perché ultimamente siamo tanto bravi a rintracciare soldi pubblici per le cose più disparate che vanno dall’Ovovia al Parco Acquatico rendese, dalla Metro-Tram-Filo-Via al Museo d’Alarico e del tutto incapaci di trovare risorse per le cose più importanti.
Comunque possiamo stare tranquilli. Se un nostro caro morirà tra le corsie del nosocomio, se un altro palazzo storico crollerà, se i nostri giovani potranno scegliere tra delinquenza ed emigrazione, se dovremmo optare ancora una volta per l’automobile per andare all’Università perché dopo qualche giro di giostra la Metro diventerà l’ennesima avventura fallita, potremmo sempre consolarci e sfogare il nostro dolore e la nostra fustrazione seguendo una partita nel nuovo Stadio “Marulla” (con tutto il rispetto per il grande campione)!
Malanova vostra!

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