Assemblea dell’Area Urbana venerdì 23 settembre
L’estate ancora non è terminata che già all’orizzonte s’addensano nubi cariche di pioggia. Una pioggia di riforme accompagnata da un poderoso vento di cambiamento. Questo il clima politico che il Partito della Nazione, parlamentarmente noto come Partito Democratico, sta tentando di far respirare a migliaia di italiani, dimenticando, forse, che il nostro Paese avrà pure memoria corta, ma, certamente, non è disposto a compiere un balzo indietro sullo scacchiere delle libertà fondate sull’antifascismo. Riforme, quindi, grandi opere, semplificazioni, facilitazioni, velocizzazioni, tutto all’insegna dell’accentramento dei poteri nelle mani di un solo clan, quello del PD, rappresentante ultimo di una spirale ultra-decennale fatta di malapolitica, bieco affarismo e corruzione. Vi sentirete dire “ce lo chiede l’Europa”, “serve alla governabilità del Paese”, ma, a “conti” fatti, ce lo chiede la finanza che specula, i banchieri che giocano sulla pelle dei più deboli, di chi non arriva neanche alla metà del mese, di chi è costretto a dormire in macchina, ce lo chiedono i tecnocrati della Troika timorosi della disaffezione dei danarosi investitori, la Banca Centrale Europa sempre pronta a sfornare ricette con ingredienti a base di austerità, ce lo chiede un “ordine mondiale” che esige stabilità, accentramento, rapidità decisionale. Ed è a tutto questo che intendiamo opporci fermamente, alla Riforma Costituzionale in salsa dem-ocratica come perverso e subdolo meccanismo italico di un ingranaggio mondiale che ha bisogno continuamente d’essere oliato, con il sudore dei cittadini attanagliati dalla paura di non riuscire a pagare il mutuo, sostenere le tasse universitarie per i propri figli, ricevere un salario dignitoso. Cosa c’è da “riformare” se sperequazione, precarietà e povertà sono diventate la normalità, se il lavoro non c’è e quando c’è è sottopagato, se i territori in cui abitiamo sono diventati fucine tumorali, se le case non ci sono, se di case per i magnati del Paese ce ne sono pure troppe, se di mattoni ancora si muore, se con i mattoni i palazzinari fanno i milioni? Tutto questo non interessa alla cricca renziana, impegnata com’è a discettare su premi di maggioranza e governabilità. Ma se un governo s’affanna a garantirsi pieni poteri non vuol dire forse che ha paura d’esser sfiduciato da chi nemmeno ha avuto il privilegio di eleggerlo? A noi non sono mai interessate le poltrone su cui s’accomodano i culoni dei potenti, non vogliamo essere alternativa di governo, non abbiamo un programma eretico di riforme. C’interessa, semmai, costruire nei territori l’opposizione sociale a un governo che di scempiaggini ne ha già commesse molte, dal Jobs Act al Piano Casa, dalla Buona Scuola ai tagli su Università e Sanità. E per costruirlo non ci basta optare per un “No” a fine novembre o quando sarà. Il “No” al Referendum è solo il primo passo su una strada dissestata, ma che intendiamo percorrere, una strada lastricata di “No”, no al lavoro precario e sottopagato, no alla mannaia degli affitti troppo pesanti, no alle case che crollano o non bastano per tutti, no agli ospedali fantasma, alle scuole dirette da sceriffi dell’istruzione, alle opere pubbliche faraoniche che foraggiano gli amici degli amici, ai furbetti del quartierino che dei quartieri non sanno nulla.
Proviamo a costruire un autunno di mobilitazione e di lotta mettendo a frutto le competenze di chi, da anni, si impegna nel mondo dei movimenti, dei comitati, delle associazioni, un autunno caldo che spazzi via la pioggia delle riforme. Cosenza, che più volte ha espresso il suo dissenso alle politiche renziane e regionali, che denuncia quotidianamente sprechi, inadempienze e cattiva gestione della cosa pubblica da parte dell’amministrazione locale, non intende tirarsi indietro: dalla lotta per la casa a quella per i diritti civili, dalla difesa dei territori all’accoglienza dei migranti, dal lavoro nei quartieri alle lotte nella scuola e nell’università. Per una città meticcia e solidale, una città dei diritti che disdegna abusi e repressione, una città che ha voglia di costruire e implementare, dal basso, pratiche politiche resistenti, basate sulla cooperazione, la solidarietà e la messa in rete di competenze, saperi e abilità. Non possiamo essere soli a dire “no”, serve stare uniti, serve intrecciare i percorsi e condividere le esperienze. Incontriamoci venerdì 23 settembre alle ore 17 negli spazi verdi di Villaggio Europa, a Quattromiglia di Rende, per un’assemblea dell’area urbana che riorganizzi le forze in vista di un autunno di lotta, a Cosenza così come a Roma.
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