Caro Mario,
del fatto che siamo in “Magna” Grecia ce n’eravamo accorti da un bel pezzo e le Grandi Opere ed i Grandi Eventi a questo servono……a magna’!!!
La storia insegna che qualsiasi località ospiti un tesoro diventa meta delle visite delle orde barbariche. Fu il tempo di Alarico che saccheggiò Roma, sarà il tempo delle Olimpiadi della Magna Grecia. Orde fameliche di imprenditori si butteranno sull’osso facendone un sol boccone e dell’oro olimpico alle tribù locali con l’anello al naso non rimarrà che il ricordo ed il mito di un tesoro che doveva renderle ricche ma che, volando via troppo presto verso altri lidi, lascerà solo buchi di bilancio e tracce di strutture in cemento armato utili solo per le gite degli appassionati di archeologia sportiva.
Abbiamo riso e scherzato un po’ tutti sulla tua proposta di un eventuale Olimpiade alternativa nella Sibaritide e nel mezzogiorno. Ora è arrivato il momento di analizzare cosa c’è dietro a questa affermazione.
Lo sport passa in secondo piano, si butta lì un paio di discipline a caso per poi arrivare subito al nocciolo, quello che conta sono le opere da realizzare. Grandi opere, grandi eventi , tanti soldi.
Un calderone di proposte da far venire l’acquolina in bocca, linee ferroviarie veloci che colleghino il sud, la nuova statale 106 e tanti posti letto. Per finire un sempre verde Ponte sullo Stretto.
Lasciando da parte la questione ponte (che ricordiamo ha prodotto un infinità di sprechi sotto forma di consulenze, progetti e test inconcludenti ma che sono costati molto alle casse pubbliche, circa 600 milioni di euro) qualcuno potrebbe dire “Finalmente si parla di sud”. Ma noi che abbiamo la tendenza a non fidarci, che non crediamo nella bontà della politica istituzionale non riusciamo proprio ad essere felici.
Forse perché abbiamo memoria e la memoria a volte può aiutare a non ricadere negli errori passati. Delle varie rassegne olimpiche rimangono sul territorio solo delle magnifiche rovine che al contrario di quelle Greche non attirano nessun tipo di flusso turistico. Stadi, villaggi olimpici e aree attrezzate per ogni tipo di sport, ora chiuse da catenacci arrugginiti e sommersi dalle erbacce. Un fondo di 15 miliardi che una volta sforato ha prodotto un buco nelle casse dello stato che non è stato mai più colmato.
Così come non dimentichiamo il più recente mega evento: l’Expo. Stando agli ultimi dati emerge un buco di gestione pari a 237,2 milioni di euro. Non dimentichiamo nemmeno gli appalti, le infiltrazioni mafiose e le tante ombre sulla gestione dell’evento, problemi che hanno portato ad un commissariamento e ad una gestione emergenziale. Non dimentichiamo ancora il clamore ed il battage pubblicitario che caricavano l’Expò di significati salvifici; pare che grazie ad esso saremmo usciti dalla crisi ed avremmo tutti e tutte trovato ‘na fatiga!!!
Ciò che proprio non ci va giù è il mettere in relazione il riscatto del Sud con il concetto di Grandi Eventi e Grandi Opere. Non ci piace veder programmare e progettare sul nostro territorio frettolosamente a causa delle scadenze imposte.
Caro sindaco ci avete già abituato alle opere inutili, o meglio utili solo per stupire i propri sudditi ed attrarre i voti su una politica del “fare”; opere con dei costi di gestione elevati e con tanto e troppo cemento. Sono ben visibili, dall’alto del Colle Pancrazio, il planetario, piazza Bilotti e il ponte di Calatrava. L’ecocompatibilità è un miraggio, così come la dubbia utilità degli stessi. I bisogni dei cittadini e le priorità della città scivolano inesorabilmente in fondo alla lista per far spazio a piazze qua e a nuovi stadi là.
Ma lei, sindaco, non è il solo. Siamo sicuri che anche la giunta regionale sarà entusiasta di questa proposta. Cosa possiamo aspettarci da chi sostiene con testardaggine e menefreghismo il progetto della metro pur non avendo l’approvazione di un intera città. Dove mangia uno possono mangiare anche in due, l’importante è che si mangi.
Per finire, visto che siamo in tema Olimpiadi, vorremmo concentrarci proprio sullo sport. In cinque anni di amministrazione abbiamo assistito alla totale assenza di una politica sullo sport. A parte qualche evento di parata, nella nostra città lo sport è di proprietà esclusiva dei privati. Tanti gli spazi recuperati con soldi pubblici e affidati a privati. Spazi che prima consentivano ai giovani dei quartieri di aggregarsi , socializzare e stare lontano da situazioni difficili ora sono chiusi con dei lucchetti e delle reti come nel caso di via Milelli. Stessa cosa accade per il campo da basket situato nelle villa vecchia, ultimato da mesi e da mesi inesorabilmente chiuso.
Ma le ferite più grandi rimangono il palazzetto di Casali, abbandonato e saccheggiato, e la piscina del parco fluviale su lungo Crati.
A prendervi per pazzi si finisce per assecondarvi. Ribadiamo con forza che la Calabria tutta ha bisogno di investimenti e opere pubbliche ma che esse devono essere di utilità per i cittadini, devono rispettare l’ambiente, essere funzionali e sostenibili e soprattutto nascere dalla partecipazione e dal bisogno reale.
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