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Sul D.A.Spo “fuori contesto”

Rimaniamo basiti ed increduli per il contenuto della missiva recapitata ad un nostro socio e concittadino di Villaggio Europa. La Questura di Cosenza gli notifica l’avvio di un procedimento amministrativo innovativo denominato, con una certa creatività, D.A.Spo “fuori contesto”.

Tale avvio, è scritto nel documento, “trova motivazione indipendentemente dalla realizzazione di condotte violente”, “il giudizio di pericolosità, infatti, è scollegato da tali contesti spazio temporali”.

A leggere il documento, pare di trovarsi di fronte alla sceneggiatura del film Minority Report con protagonista Tom Cruise, dove grazie al sistema chiamato Precrimine, basandosi sulle premonizioni di tre individui dotati di poteri extrasensoriali di precognizione amplificati, detti Precog, la polizia riesce a impedire gli omicidi prima che essi avvengano e ad arrestare i potenziali “colpevoli”. 

Ma purtroppo non stiamo guardando un film di fantascienza ma stiamo leggendo un documento ufficiale della Questura della nostra città. La logica del discorso è quella che, siccome hai commesso un reato simile in passato, e lo hai scontato, io posso comunque in futuro decidere di punirti nuovamente e preventivamente, immaginando che tu possa ripeterlo. Sembrerebbe dire, se tu hai commesso un furto ed hai scontato la tua pena in carcere, domani io posso nuovamente perseguirti per quel tuo vecchio reato presagendo che potresti potenzialmente rubare di nuovo. E’ uno scenario iperbolico, certo, ma non campato in aria vista la storia della nostra area urbana dove si è passati sempre molto rapidamente da una sperimentazione allo stadio ad una applicazione nella società.

Tutto questa storia farebbe impallidire la psicopolizia dell’opera “1984” di Orwell: il controllo poliziesco del pensiero, degli atteggiamenti, delle abitudini, metteva a rischio ogni intimo giudizio, ogni convinzione border line con il corollario della cancellazione di ogni libera scelta dell’individuo. «Il Grande Fratello vi guarda», minacciavano le scritte sulle strade di Oceania. I sudditi del regime, di conseguenza, erano costretti a forzarsi a non pensare. «Si doveva vivere tenendo presente che qualsiasi suono prodotto sarebbe stato udito e che, a meno di essere al buio, ogni movimento sarebbe stato visto», si legge già alle prime pagine di “1984”.

Oggi, 2025, a Gianluca viene recapitato un documento che gli notifica l’avvio di un procedimento amministrativo che implicherà quasi certamente la restrizione della sua libertà individuale per un certo numero di anni, senza che lui abbia commesso alcunché.

Questa restrizione dei diritti si basa su precedenti fatti “che fanno desumere un giudizio di pericolosità sociale e l’inclinazione alla refrattarietà ai rigori della Legge”. Questo significa che nessun carabiniere, nessun poliziotto e neanche un vigile urbano ha potuto constatare realmente un’azione illegale ma, siccome un tempo hai sbagliato, si presume che tu possa sbagliare di nuovo.

Conosciamo Gianluca che da anni sostiene volontariamente e gratuitamente le attività che la nostra associazione svolge nel Quartiere, ma oltre a lui, ci preoccupiamo del futuro della nostra società, dei nostri figli, di uno Stato che ti guarda in cagnesco, che immagina già la tua “potenziale” pericolosità e procede, a suo insindacabile giudizio, ad irrorare delle restrizioni ai tuoi diritti, al di là della realizzazioni di condotte illegali!

Un procedimento che va oltre ogni logica, un procedimento che mina alla radice ogni possibilità di reinserimento per colui o colei che ha sbagliato una volta, un procedimento che distrugge ogni concezione di pena che segua una logica di umanità e costituzionalità.

Il Comitato di Quartiere, Villaggio Europa – Bene Comune