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Sintesi del documento finale XVI Summit dei BRICS a Kazan

I leaders dei paesi BRICS si sono incontrati a Kazan, nella Federazione Russa, dal 22 al 24 ottobre 2024 per il XVI Summit sul tema: «Rafforzare il multilateralismo per uno sviluppo e una sicurezza globali giusti».

A Kazan si è rinnovato l’impegno di proseguire l’ampliamento della cooperazione economica, politica e anche sui temi della sicurezza aprendo altresì la porta a quegli stati del Sud del Mondo particolarmente vicini alle tematiche di un nuovo modello multipolare.

Nuova architettura delle istituzioni internazionali a partire dall’ONU

L’adozione di questo modello presenta la necessità preventiva di prendere atto dell’affacciarsi a livello globale di nuovi centri di potere politico-economico e quindi della necessità di adattare l’attuale architettura delle relazioni internazionali ferma alla seconda guerra mondiale. Urgente per i BRICS è la necessità di raggiungere una rappresentanza geografica equa e inclusiva nella composizione del personale del Segretariato delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni internazionali.

“Riconoscendo la Dichiarazione di Johannesburg II del 2023, riaffermiamo il nostro sostegno a una riforma completa delle Nazioni Unite, incluso il suo Consiglio di sicurezza, al fine di renderlo più democratico, rappresentativo, efficace ed efficiente e di aumentare la rappresentanza dei paesi in via di sviluppo tra i membri del Consiglio in modo che possa rispondere adeguatamente alle sfide globali prevalenti e supportare le legittime aspirazioni dei paesi emergenti e in via di sviluppo di Africa, Asia e America Latina, inclusi i paesi BRICS, a svolgere un ruolo maggiore negli affari internazionali, in particolare nelle Nazioni Unite”.

Nuovo sistema commerciale multilaterale con al centro il WTO

Al secondo punto troviamo nel documento finale il sostegno dei paesi BRICS ad sistema commerciale multilaterale basato su regole, aperto, trasparente, equo, prevedibile, inclusivo, equo, non discriminatorio e basato sulla centralità del consenso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO), con un trattamento speciale e differenziato (S&DT) per i paesi in via di sviluppo, compresi i paesi meno sviluppati e altresì vengono respinte le misure commerciali restrittive unilaterali che rappresentano una incoerenza con le regole generali del WTO.

“Siamo profondamente preoccupati per l’effetto dirompente di misure coercitive unilaterali illecite, tra cui sanzioni illegali, sull’economia mondiale, sul commercio internazionale e sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Tali misure minano la Carta delle Nazioni Unite, il sistema commerciale multilaterale, gli accordi sullo sviluppo sostenibile e sull’ambiente. Hanno inoltre un impatto negativo sulla crescita economica, sull’energia, sulla salute e sulla sicurezza alimentare, esacerbando la povertà e le sfide ambientali”.

Nell’ambito del commercio internazionale un intero punto (72) del documento traccia le lodi ed i possibili sviluppi dell’e-commerce con le relative problematiche delle piattaforme informatiche, i dati dei consumatori e la logistica.

Riformare il Fondo Monetario Internazionale e le istituzioni di Bretton Woods

A Kazan le potenze emergenti hanno anche discusso la necessità di riforma delle istituzioni uscite da Bretton Woods (1944), il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (detta anche Banca Mondiale). Queste istituzioni sarebbero diventate operative solo quando un numero sufficiente di Paesi avesse ratificato l’accordo. Ciò si realizzò nel 1946. Nel 1947 fu poi firmato il GATT (General Agreement on Tariffs and Trade – Accordo generale sulle tariffe e il commercio) che si affiancava all’FMI ed alla Banca Mondiale con il compito di liberalizzare il commercio internazionale.

Nel documento finale del vertice BRICS 2024, gli stati membri sottolineano l’importanza dell’FMI chiedendone la riforma per avere una maggiore rappresentanza degli EMDC (paesi in via di sviluppo) nelle posizioni di leadership. Si sostiene anche, come già nel caso dell’ONU, una maggiore presenza nelle posizioni di vertice delle istituzioni di Bretton Woods di quelle rappresentanze geografiche oggi non presenti e un maggior ruolo delle donne. La riforma prospettata dai BRICS dovrebbe portare a un riallineamento delle quote, equo e trasparente, che migliori la rappresentanza dei membri dell’FMI sottorappresentati e trasferisca parti di quote dalle economie avanzate ai paesi emergenti.

Più avanti, nel documento si sviluppa anche il discorso degli scambi monetari tra i paesi membri dei BRICS. Non si arriva ad una soluzione specifica, come molti si aspettavano, ma si sottolinea la necessità di studiare le transazioni in valute locali ed anche lo sviluppo di una valuta alternativa per gli scambi intra-BRICS. Si posticipa la trattazione della tematica e si invita la commissione titolare allo studio di fattibilità per il prossimo vertice annuale.

Agenda 2030 sullo sviluppo sostenibile

Il documento in analisi sottolinea anche “la natura universale e inclusiva dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e dei suoi Obiettivi di sviluppo sostenibile”, ma afferma che la sua attuazione dovrebbe tenere conto delle diverse circostanze nazionali, capacità e livelli di sviluppo, nel rispetto delle politiche e delle priorità nazionali e in conformità con la legislazione nazionale. Tenere conto dunque di chi ha prodotto ad oggi maggiormente l’inquinamento globale ed in quale misura e di chi solo oggi, al contrario, affronta una qualche forma di sviluppo economico-produttivo. In tal senso si ribadiscono anche gli obiettivi, i principi e le disposizioni della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), del Protocollo di Kyoto e dell’Accordo di Parigi, compresi i principi di equità e responsabilità comuni ma differenziate e rispettive capacità (CBDR-RC) alla luce delle diverse circostanze nazionali.

G20

Vista la congiuntura che ha visto e vedrà la presidenza del G20 assegnata a paesi BRICS (India 2023, Brasile 2024 e Sud Africa 2025) il documento analizza l’importanza di questi summit allargati alle 20 maggiori economie globali per una maggiore democrazia delle scelte globali ed una maggiore rappresentatività nell’ambito dei BRICS di tanti paesi emergenti (EMDC).

“Sottolineiamo il ruolo chiave del G20 come principale forum globale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale che fornisce una piattaforma per il dialogo tra economie sviluppate ed emergenti su un piano di parità e reciprocamente vantaggioso per cercare congiuntamente soluzioni condivise alle sfide globali”.

Diritti Umani

I BRICS sottolineano la necessità che tutti i paesi cooperino nella promozione e nella protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali secondo i principi di uguaglianza e rispetto reciproco ma trattando tutti i diritti umani, incluso il diritto allo sviluppo, in modo equo e paritario, sullo stesso piano e con la stessa enfasi e non in modo selettivo, politicizzato e utilizzando doppi standard. Una critica forte è indirizzata nel documento anche alle misure coercitive unilaterali, tra l’altro sotto forma di sanzioni economiche unilaterali e sanzioni secondarie contrarie al diritto internazionale, che hanno implicazioni di vasta portata per i diritti umani, incluso il diritto allo sviluppo, della popolazione generale degli stati presi di mira, colpendo in modo sproporzionato i poveri e le persone in situazioni vulnerabili. Anche qui, dunque, si invoca un passaggio dall’unilateralità alla multipolarità della trattazione di questi temi.

Rafforzare la cooperazione per la stabilità e la sicurezza globali e regionali

Un passo avanti è proposto dai BRICS sul tema della sicurezza globale e regionale. Si vorrebbe ulteriormente rafforzare il dibattito interno su questioni di politica e sicurezza. Particolarmente sottolineate sono le azioni terroristiche in generale e di quelle perpetrate dagli Stati in maniera particolare. In questo senso vengono stigmatizzate le operazioni fatte nel Libano con lo scoppio di apparecchiature ICT, all’ambasciata Iraniana a Damasco, alla presenza straniera in Siria. Si ribadisce il principio “Soluzioni africane ai problemi africani”, con il coordinamento dell’Unione Africana, che impedisca ingerenze esterne Si ricorda anche il conflitto in Ucraina e particolarmente la situazione palestinese.

Palestina

“Ribadiamo la nostra profonda preoccupazione per il deterioramento della situazione e della crisi umanitaria nei Territori palestinesi occupati, in particolare per l’escalation senza precedenti della violenza nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania a seguito dell’offensiva militare israeliana, che ha portato a uccisioni di massa e feriti tra i civili, allontanamenti forzati e distruzione diffusa delle infrastrutture civili. Sottolineiamo l’urgente necessità di un cessate il fuoco immediato, completo e permanente nella Striscia di Gaza, del rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi e detenuti di entrambe le parti che sono tenuti prigionieri illegalmente e della fornitura senza ostacoli, sostenibile e su larga scala di aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, nonché della cessazione di tutte le azioni aggressive. Denunciamo gli attacchi israeliani contro le operazioni umanitarie, le strutture, il personale e i punti di distribuzione. A tal fine, chiediamo la piena attuazione delle risoluzioni 2712 (2023), 2720 (2023), 2728 (2024) e 2735 (2024) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. […] Riaffermiamo il nostro sostegno alla piena adesione dello Stato di Palestina alle Nazioni Unite nel contesto dell’impegno incrollabile alla visione della soluzione a due stati basata sul diritto internazionale […] comprese le pertinenti risoluzioni dell’UNSC e dell’UNGA e l’iniziativa di pace araba che include l’istituzione di uno Stato di Palestina sovrano, indipendente e vitale in linea con i confini riconosciuti a livello internazionale del giugno 1967 con Gerusalemme Est come capitale che vive fianco a fianco in pace e sicurezza con Israele.”

Agricoltura

Sostenendo il commercio senza ostacoli in agricoltura insieme alla produzione nazionale, i BRICS sottolineano l’importanza del settore primario come fondamento e garanzia della sicurezza alimentare e l’approvvigionamento dei mezzi di sussistenza. Un focus particolare è riservato agli agricoltori a basso reddito o con risorse scarse, nonché per i paesi in via di sviluppo importatori netti di cibo, riaffermando la necessità di sviluppare un sistema di commercio agricolo equo e di implementare un’agricoltura resiliente e sostenibile. Si sottolinea e si auspica la riproduzione in altri ambiti dell’iniziativa russa di istituire una piattaforma di commercio di cereali all’interno dei BRICS (BRICS Grain Exchange). Stesso riconoscimento per altre forme aziendali in tutti i settori. “Riconosciamo che il settore delle MSME (Micro, Small & Medium Enterprises) è una leva di crescita economica ampiamente collaudata, che consente un aumento della produttività complessiva del lavoro, dei redditi delle famiglie e della qualità dei beni e dei servizi. Intendiamo condividere le migliori pratiche di supporto MSME, anche attraverso servizi e piattaforme digitali mirati a semplificare le operazioni aziendali”.

Energia

Il documento affronta anche il tema fondamentale e di valenza geopolitica dell’energia. I BRICS sono sia grandi utilizzatori di energia che grandi produttori. Una transizione equa a modelli energetici sostenibili deve prevedere e tenere conto delle circostanze nazionali, tra cui il clima e le condizioni naturali, la struttura dell’economia nazionale e del mix energetico, nonché le circostanze specifiche di quei paesi in via di sviluppo le cui economie dipendono fortemente dal reddito o dal consumo di combustibili fossili e prodotti ad alta intensità energetica. In molti paesi l’economia si basa sull’estrazione e la vendita di combustibili fossili ed in altri Stati di recente industrializzazione è complesso parlare di contenimento degli inquinanti. La ricetta per una transizione corretta, secondo il documento, dovrebbe essere quella di un percorso individualizzato per ogni realtà che tenga conto di una programmazione di un mix di fonti energetiche che prevedano i combustibili fossili con tecnologie di abbattimento e rimozione, biocarburanti, gas naturale e GPL, idrogeno e suoi derivati, tra cui ammoniaca, energia nucleare e rinnovabile, ecc. In più punti il documento parla anche dei giusti finanziamenti internazionali per le economie più depresse per favorire questi cambiamenti epocali.

OMS

Anche sul fronte sanitario, salvo piccole riforme, i BRICS si pongono in continuità rispetto al ruolo di coordinamento centrale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nell’attuazione degli sforzi internazionali multilaterali per proteggere la salute pubblica da malattie infettive ed epidemie. L’impegno è quello di riformare e rafforzare il sistema internazionale di prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie come elemento centrale del discorso della salute pubblica insieme all’assistenza sanitaria primaria fondamento dell’assistenza sanitaria universale.

Il XVII Summit dei BRICS si terrà nel 2025 in Brasile