I DATI NAZIONALI E CALABRESI
Tra crisi energetica e venti di guerra, oggi è un gran parlare di produzione energetica e fonti rinnovabili. A partire da questo primo articolo, proveremo a esaminare il quadro nazionale e regionale relativo alla produzione di energia elettrica, i comparti più energivori, gli attori economici impegnati in questo settore e gli interessi in gioco nello scacchiere nazionale e internazionale.
Analizzando i dati analitici relativi al 2020 prodotti dal gruppo Terna, proprietario della rete di trasmissione nazionale italiana (RTN) dell’elettricità in alta e altissima tensione, partiamo da una quantizzazione della copertura del fabbisogno energetico proveniente dalle “rinnovabili” che risulta essere pari al 38% del totale. Il quadro a livello nazionale al 31/12/2020 è il seguente:
Termoelettrica tradizionale: 181.306,6 Gwh
Geotermoelettrica: 6.026,1 Gwh
Eolica: 18.761,6 Gwh
Fotovoltaica: 24.941,5 Gwh
Idroelettrica: 49.495,3 Gwh
Sub-totale energia rinnovabile: 99.224,5 Gwh
Totale produzione lorda: 280.531,0 Gwh
Totale produzione netta: 271.648,0 Gwh
Energia consumata: 301.180,4 Gwh
Saldo Import/export con l’estero: + 32.200,4 Gwh
Perdite: 17.365,9 Gwh
Analizzando i consumi per comparto risulta che il consumo domestico è pari a circa il 24% del consumo totale. Dato utile quando la propaganda suggerisce che per tagliare i consumi energetici del paese è sufficiente ricordare agli utenti di chiudere le luci e i led rossi delle tv:
Industria: 125.417,3 Gwh
Servizi: 81.231,8 Gwh
Agricoltura: 6.310,5 Gwh
Domestico: 66.211,6 Gwh
Totale: 279.171,3 Gwh
Spostando l’attenzione sul piano regionale, alcuni dati trovano, ovviamente, un ribaltamento dei rapporti viste le peculiarità territoriali. Se nella provincia di Reggio Calabria, infatti, il consumo domestico (595,2 GWh) è più del doppio rispetto a quello industriale (235,9 GWh), a Bergamo l’industria (4.725,1 GWh) consuma quattro volte in più delle famiglie (1.202,8 GWh). Guardiamo nello specifico i dati calabresi al 31/12/2020:
Termoelettrica tradizionale: 12.983,1 Gwh
Eolica: 2.132,4 Gwh
Fotovoltaica: 681,3 Gwh
Idroelettrica: 883,0 Gwh
Sub-totale energia rinnovabile: 3.696,7 Gwh
Totale produzione lorda: 16.679,7 Gwh
Totale produzione netta: 16.264,2 Gwh
Energia consumata: 5.814,5 Gwh
Perdite: 921,2 Gwh
Come si evince dal grafico, anche in questo caso il dato nazionale si ribalta. La Calabria risulta essere una riserva energetica visto l’avanzo positivo di 10.437,6 Gwh.
Analizzando, anche per la Calabria, i consumi differenziati per comparto risulta che il consumo domestico è il dato predominante vista la scarsa industrializzazione della regione, rappresentando circa il 50% dell’impegno elettrico totale.
Industria: 780,5 Gwh
Servizi: 1.832,5 Gwh
Agricoltura: 138,6 Gwh
Domestico: 2.036,2 Gwh
Totale: 4.787,7 Gwh
Ritornando al dato complessivo, un altro elemento che immediatamente attira l’attenzione è il dato importante di produzione di energia da fonti rinnovabili in Calabria. Il consumo energetico regionale si situa intorno ai 5.814,5 Gwh mentre la produzione rinnovabile di energia si attesta intorno ai 3.696,7 Gwh. Applicando una facile proporzione risulterebbe che in Calabria il 64% del fabbisogno energetico è coperto dalla produzione di energia rinnovabile. Un dato certamente positivo e dovuto in gran parte a bassi livelli di consumo energetico già analizzati.
L’imponente sviluppo del settore eolico in Calabria degli ultimi decenni, non senza pesanti strascichi tribunalizi (i mega impianti nella provincia di Crotone e Catanzaro, per esempio) dimostranti forti attività speculative anche provenienti da organizzazioni ‘ndranghetiste, pongono la produzione elettrica dal vento come la prima fonte rinnovabile. Rimane il colosso della produzione termica tradizionale che da sola produce il sovrappiù dei 10mila Gwh. Infatti solo 2mila sui 13mila Gwh prodotti attraverso i combustibili fossili o le biomasse servono per coprire i consumi locali.
Un’altra evidenza, che proveremo ad indagare in un prossimo articolo, è il carattere privato della gestione delle risorse energetiche calabre, a cominciare dalle dighe in mano all’A2A (qui un articolo di approfondimento) a finire agli impianti termoelettrici, alle centrali a biomasse e all’unico termovalorizzatore regionale localizzato nella Piana di Gioia Tauro.
La produzione di energia è legata a doppio filo con il sistema sociale in cui viviamo: in un sistema a capitalismo avanzato la produzione di energia, le relative fonti utilizzate e le strutture di distribuzione rappresentano gli elementi centrali della politica economica di ogni paese. Una critica al sistema di produzione energetica non può prescindere da una critica radicale al modo di produzione capitalistico. Questo significa che cambiare le fonti da sfruttare – passando da fossili a rinnovabili – mantenendo inalterato il sistema socio-economico, non fermerebbe la devastazione dei territori e le aggressioni alle popolazioni. Gli effetti di quanto affermiamo sono facilmente riscontrabili sui nostri territori.
La redazione di Malanova