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UNA NUOVA ROTONDA INUTILE SULLA SS 18

Di Francesco Cirillo

Se la vede Spielberg ci fa il sequel di ET.  E’ la nuova rotonda lungo la ss 18, nei pressi del Ponte lao,  che dovrebbe essere quella che dovrebbe  portare il traffico estivo dall’autostrada del sole con uscita a Mormanno sulla ss 18. Un sogno che dura da decenni e che viene glorificato dal Presidente della provincia Franco Iacucci che ha presenziato alla sua inaugurazione. La strada fantasma dovrebbe quindi partire da questa rotonda e proseguire dritta fino a Mormanno, attraversando santa Domenica Talao, Papasidero e quindi giungere a Mormanno, una strada  irrealizzabile per una serie di motivi che spiegherò.

Ma oramai siamo abituati sulla costa tirrenica alle opere inutili spremisoldi per la mafia, le ditte appaltanti sempre le stesse, contenitori elettorali per cittadini che abboccano. Lo abbiamo visto per il porto di Diamante, per l’aviosuperficie di Scalea, per L’ospedale di Scalea e per tante altre opere pubbliche diventate oramai siti di archeologia industriale. Non ci sono treni per raggiungere Cosenza, c’è un’unica strada per arrivare a Cosenza, disastrata e pericolosa fatta di gallerie spesso non illuminate e senza corsie di emergenza, ci sono strade abbandonate quale quella da Guardia Piemontese a San marco che potrebbero benissimo sostituire questa di Scalea Mormanno senza quello spreco di soldi che invece è stato avviato con la rotonda di ET. 

Si parla delle strade solo quando muoiono giovani  e comunque per gli incidenti stradali che avvengono quotidianamente.  Certo la velocità è la causa maggiore degli incidenti stradali, ma delle volte , basterebbe anche un semplice guardarail davanti ad un albero, o un bivio ben segnalato, o anche dei dissuasori orizzontali per salvare una vita. Tutto questo nelle nostre strade non esiste. Le nostre strade oramai si conoscono con l’appellativo “della morte”. La ss18 della morte, la 106 della morte e via dicendo,con una costellazione ai lati di queste strade di croci, fiori, lumini, lapidi di marmo, foto. La manutenzione di queste strade  è pari a zero. Per non parlare delle guardiole di sosta oramai ridotte tutte a discariche vere e proprie.   

Eppure, invece di incentivare la manutenzione si continuano a costruirne di nuove.  Strade nuove che partono da una contrada e poi finiscono nel nulla, strade che dovrebbero congiungere comunità distanti fra di loro e che poi svaniscono nel dimenticatoio. Dal giornale della Provincia di Cosenza e delle altre veniamo informati delle nostre strade. Dal giornale si prospetta un futuro luminoso, fatto di spostamenti dallo Ionio alla Sila, dal Tirreno all’autostrada, da un paesino all’altro. Per cui leggiamo e veniamo a conoscenza del primo lotto di una strada che partirà da Scalea e raggiungerà Mormanno sventrando uliveti, sugherete,attraversando la Riserva naturale di Orsomarso e sventrando il Parco del Pollino all’altezza di Papasidero.

Quale sia l’utilità di questa strada, esistendo già l’uscita di Lagonegro e quella in costruzione da Lauria paese all’A3 non ci è dato sapere. Con quei soldi si poteva intervenire sulla Lagonegro-Tortora o terminare quella di Lauria. Il costo complessivo dell’opera se mai venisse realizzata è di 100 milioni di euro. Ma per adesso si appalta Scalea –Santa Domenica Talao per dieci milioni di euro. Poi se questa strada finisce nel nulla, in un terreno franoso o fermata da un ponte della ferrovia dello stato,  e si fermerà in attesa dei permessi del Parco del Pollino chi se ne frega , intanto si lavora e si appalta. Abbiamo poi 20 milioni di euro per andare da Sangineto a Sant’Agata d’Esaro, altri 20 milioni di euro per collegare Cosenza ad Amantea , altri 20 milioni di euro per la Crosia-Longobucco e per la Bocchigliero-Caloveto, ancora 15 milioni di euro per lo svincolo Lungro-Firmo, e 10 milioni di euro sono andati per la strada Rossano-Corigliano, 10 milioni di euro finiranno per lo svincolo di Frascineto con Castrovillari, un’altra strada congiungerà la strada di Montalto con l’Università e verranno investiti 2 milioni e mezzo di euro, ben 21 milioni di euro per finire la 660 che collegherà Acri con l’autostrada del sole ed il top del top la Sibari Sila, fiore all’occhiello della nostra provincia con un investimento di ben 35 milioni di euro di cui 5,milioni 656 euro a carico della Provincia  stessa.  Per coordinare tutti questi lavori, la provincia ha inventato il catasto delle strade provinciali investendo ben 1 milione di euro. Ma quante di queste strade sono davvero utili?

Quante di queste strade non rispondono a compiti elettorali e politici e daranno davvero impulso ai paesi e città da collegare ? Perché di strade iniziate e abbandonate è piena la Calabria. Bisognerebbe fare un catasto delle opere abbandonate prima di fare quello da realizzare. Opere sulle quali sono state investiti miliardi di vecchie lire e che ora sono in disuso, non utilizzate, mai finite. Tentò un catalogo, una decina di anni fa, Ortenzio Longo, un ambientalista che divenne assessore ,quasi per caso e che è deceduto da poco. Longo chiamò tutte le associazioni ambientaliste della provincia di Cosenza e senza investire nessuna lira di danaro pubblico,,  si fece fare paese per paese l’elenco di tutte le opere mai utilizzate o mai terminate. Ne venne fuori un elenco lunghissimo fatto di mattatoi,  scuole, dighe, case popolari, mercati, segno evidente dell’inutilità di tanti investimenti e spreco di danaro pubblico. Ora seguiremo l’evolversi di queste strade. Come seguiremo l’evolversi della Sibari-Sila che già da ora ci pare una strada non solo inutile, ma davvero dannosa. Dalle interrogazioni consiliari fatte dal consigliere d’opposizione di Rifondazione Comunista, l’avv. Adriano D’Amico veniamo messi a conoscenza di cose davvero terribili che se fossero accertate tecnicamente occorrerebbe l’intervento della magistratura.  

La Sibari Sila, è un’opera appaltata dalla provincia di Cosenza , che venne votata dall’intero consiglio comunale di San Demetrio Corone, maggioranza e minoranza, con l’eccezione solo del consigliere di minoranza Adriano D’Amico, all’epoca consigliere di minoranza di Rifondazione e con la sola assenza del consigliere di maggioranza  Gennaro De Cicco del Partito democratico. Il primo lotto, pur chiamandosi “Sibari-Sila”, parte “stranamente” da San Demetrio, e  non come si dovrebbe da Sibari e guarda caso , attraversa in parte suoli interessati da politici locali, uno di questi viene ceduto in comodato gratuito, dallo stesso sindaco di San Demetrio, il senatore Cesare Marini, in contrada Calamia dove viene realizzato un impianto per la produzione di calcestruzzi. Il consigliere d’opposizione Adriano D’Amico all’epoca dell’inizio dei lavori fece anche un ricorso amministrativo, che come avviene in questi casi venne respinto. Questo primo  lotto è di 2 chilometri e 400 metri  e non sappiamo quanta parte prenderà dei 35 milioni di euro costo complessivo dell’opera. Probabilmente non ci saranno altri lotti e la strada, se mai si ultimerà si chiamerà paradossalmente Mormorico Calamia, ad indicare le due contrade del paese che metterà in collegamento. Si chiedono in molti.

Con questi primi danari non sarebbe stato meglio completare qualche altra strada già esistente ? o proprio la famosa 106 ? Come succede ovunque arrivino grandi opere, si punta sull’indotto che diventa l’esca nella quale molti allocchi abboccano.  Prima di ogni elezione, politiche, regionali o amministrative, ad ogni padre di famiglia disoccupato viene promesso di entrare a lavorare nel cantiere. Due o tre ristoranti del posto ospitano a pranzo ed a cena gli operai della ditta, qualche fitta camere lucra sui posti letto. Questo è il guadagno. Intanto nel territorio di San Demetrio si sventra per costruire , due gallerie e tre viadotti. Immaginiamo  la flora, la fauna, l’agricoltura, i pozzi, tutto distrutto. Vicino a dove è stato creato il cementificio, zona agricola che forse poi diventerà edificabile, Ciro Marini, prete intellettuale del secolo scorso, colloca i resti di una antica chiesa, mai trovati. Tutta l’area di Calamia è teatro di scavi archeologici, spesso si trovano piccole anfore, monete e coperture di sepolture. I lavori della strada al momento, però sono fermi. Qualcosa non ha funzionato e la stessa provincia di Cosenza ha chiesto lumi alla ditta che ha vinto l’appalto. Si dice che non tutte le relazioni siano state consegnate e che ci sono punti non chiari riguardo agli scavi nelle montagne.  Pare che nelle gallerie ci sia materiale inquinante, qualcuno dice arsenico come in val di Susa, la perizia della Maltauro parla di cobalto in quantità superiore alla norma. L’ARPACAL non si è ancora pronunciata. E gli operai, la loro salute? E le colture e gli abitanti della zona? 

Ma ritorniamo alla rotonda di ET a Scalea.  I lavori prevedono l’allargamento della strada in modo da renderla percorribile ad alta velocità e, cosa ancora più preoccupante, la costruzione di nuovi tratti ed addirittura di tunnel e viadotti su fiumi in un’area protetta di grande pregio quale il Parco Nazionale del Pollino, il Sito di Importanza Comunitario “Valle del Fiume Lao” oltre che la Zona di Protezione Speciale “Pollino e Orsomarso”. Anche il WWF e gli ambientalisti del tirreno, lanciarono l’allarme su tale opera, a questi si era affiancata l’Associazione “Italia Nostra” che nel 2007 scriveva: “A prima vista sembra una strada importante per i paesi dell’interno quali Papasidero, Mormanno, Santa Domenica Talao, ed invece come avvenuto in altri luoghi questi paesi verranno solo bypassati per consentire una nuova uscita autostradale che collegherà l’autostrada del sole con il tirreno cosentino. La solita idea di cosiddetto “sviluppo sostenibile” che servirà solo a far incolonnare le frotte di turisti estivi verso il mare.

Chi dovrebbe fermarsi a Papasidero se non il solito amante della natura che proprio perché amante della natura preferirà la vecchia strada statale ricca di panorami, di scorci del fiume Lao, di piccole discese verso il fiume, di piccole soste con acqua da sorgenti ancora incontaminate.”  Il vecchio Touring Club così spiegava ai propri lettori la strada: “Da Scalea una bella strada, parte sul fondo, parte nei fianchi della valle del Lao, attraversa una zona così tipicamente alpestre da non fare presumere la vicinanza del mare, e conduce a Mormanno, sulla via statale delle Calabrie” (Touring Club Italiano, primi del ’900). “Una bella strada” scrivevano quelli del Touring Club. E bella ed affascinante dovrebbe rimanere. “Ma ora – spiegava sempre Italia Nostra – sarà completamente abbandonata per far posto a cavalcavia, a gallerie, a sventramenti. La nuova strada dal costo complessivo di 100 milioni di euro non si sa come proseguirà dalla rotonda in avanti, il bando per l’inizio della pratiche di esproprio è stato già pubblicato. La delibera è stata approvata dalla Giunta provinciale del 12 gennaio 2006. La provincia ne è l’ente attuatore.  I finanziamenti giungono attraverso il Programma quadro sulle infrastrutture attuato dal Governo e dalla Regione Calabria. Il primo lotto già partito è di 10 milioni di euro ed i lavori inizieranno dalla parte più “facile” che è da Scalea all’altezza dei Silos sul fiume Lao di fronte l’aviosuperficie. Poi il nulla….

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