La Presidente von der Leyen ha comunicato che la Commissione sta lavorando ad un piano ambizioso di rilancio per l’Europa in questa fase pandemica.
“Abbiamo già assistito a periodi di rallentamento economico ma non abbiamo mai dovuto affrontare un blocco delle attività economiche come negli ultimi tre mesi. Le nostre economie sono in sospeso. Le catene di approvvigionamento sono state sconvolte e la domanda è crollata. E la verità è che non torneremo alla normalità tanto presto. Le nostre economie e le nostre società ripartiranno lentamente, con cautela e gradualità”.
Un pensiero va ai genitori lavoratori. “Finché le scuole rimarranno chiuse la maggior parte dei genitori dovrà continuare a lavorare da casa”. Non si capisce come questo sia possibile per chi ha un lavoro autonomo o per gli operai che devono recarsi in fabbriche tanto celermente riaperte.
Secondo punto:
“Il virus che ha colpito gli Stati membri è lo stesso ma la capacità di farvi fronte e assorbire lo shock è molto diversa. Per fare un esempio, i paesi e le regioni in cui le economie si basano su servizi a contatto diretto con i clienti – come il turismo o la cultura – hanno pagato il prezzo più alto. Non dovremmo nemmeno dimenticare che chi è stato colpito per primo dal virus è stato spesso anche colpito più pesantemente. Perché è stata l’esperienza dolorosa di Italia e Spagna e la totale trasparenza con la quale hanno gestito la pandemia che ha aiutato gli altri a prepararsi all’impatto”.
Terzo:
“Abbiamo attivato la clausola di salvaguardia generale e concesso piena flessibilità riguardo alle normative dell’Unione che disciplinano i finanziamenti e gli aiuti di Stato. Ma è anche vero che ogni Stato membro ha un diverso margine di bilancio, per cui il ricorso agli aiuti di Stato varia notevolmente da un paese all’altro. Iniziamo ora ad osservare una certa disparità di condizioni all’interno del mercato unico”.
Il discorso continua sulle priorità di investimento ovvero le tre macroaree come il Green Deal europeo, la digitalizzazione e la resilienza.
Tutto ciò partendo dal bilancio europeo – il QFP – cui sarà aggiunto uno strumento specifico per il rilancio finanziato con un margine più ampio.
Questo margine stabilisce l’importo massimo dei prestiti che la Commissione può contrarre sui mercati dei capitali con la garanzia degli Stati membri. Tutti i capitali raccolti andranno a rafforzare i programmi UE con particolare riferimento a tre pilastri:
- Il primo pilastro è destinato a sostenere gli Stati membri nella crisi finanziando investimenti pubblici e riforme essenziali particolarmente rivolti alla duplice transizione verso un’Europa climaticamente neutra e un’Europa resiliente e digitalizzata.
Nell’ambito del primo pilastro, la Commissione proporrà una dotazione integrativa per la coesione che andrà ad aggiungersi a quella normalmente prevista nell’ambito del QFP.
‘assegnazione di queste risorse integrative terrà conto della gravità delle ripercussioni economiche e sociali della crisi.
- Il secondo pilastro è volto a rilanciare l’economia nei settori e nelle tecnologie fondamentali: dallo standard 5G all’intelligenza artificiale, dall’idrogeno pulito all’energia rinnovabile offshore. Un altro settore cruciale è quello farmaceutico. L’Europa – afferma la Presidente della Commissione – deve essere in grado di produrre direttamente i farmaci di importanza vitale.
- Infine, il terzo pilastro sarà consacrato al rafforzamento di quei settori particolarmente deboli rispetto alla pandemia facendo tesoro delle indicazioni di questi ultimi tempi.
Lo strumento per la ripresa integrerà le tre importanti reti di sicurezza approvate dai in aprile,
- il programma SURE,
- e i finanziamenti disponibili dalla Banca europea per gli investimenti
- e dal meccanismo europeo di stabilità.
“I nostri scienziati presto troveranno un vaccino, ma non c’è vaccino contro i cambiamenti climatici. Per questo motivo l’Europa deve ora investire in un futuro pulito. I nostri investimenti per la ricostruzione saranno fatti a caro prezzo. Vale a dire l’aumento dell’onere del debito. Ma se dobbiamo aumentare il debito che i nostri figli dovranno pagare in futuro, il minimo che possiamo fare è usare il denaro per investire nel loro futuro; affrontare i cambiamenti climatici e ridurre la pressione sul clima e non solo fare piccoli miglioramenti. Una volta superata la crisi non dobbiamo ricadere nei vecchi modelli, non dobbiamo avviare la ripresa per ricostruire il modello economico di ieri. Dovremmo invece ora cogliere coraggiosamente l’opportunità, per costruire un’economia moderna, sana e pulita, che assicuri il sostentamento della prossima generazione”.
Siamo d’accordo sulla chiusura del discorso della Presdiente della Commissione, non si può ritornare al sistema così com’era prima della pandemia, bisogna avere un sguardo ai bisogni delle persone ed un altro alla costruzione di un sistema meno impattante sull’ambiente.
Come faranno imbrigliati come sono dalle richieste delle lobbies economico/finanziarie? Siamo d’accordo, si deve cambiare il sistema ma siamo sicuri che ancora una volta alle parole non seguiranno i fatti.
Un occhio al clima non significa infatti il ricorso al Green Deal, al capitalismo colorato di verde, ma prendere atto di quello che è successo per voltare le spalle definitivamente ad un sistema insostenibile per l’uomo e per l’ambiente!
Malanova vostra!