Sapevamo che l’aggressività del capitalismo nella fase attuale si è spinta alla conquista di quelli che un tempo erano considerati beni comuni e pensati come indisponibili al mercato. Nonostante un referendum vinto sull’acqua, in Italia il servizio idrico integrato e quasi dappertutto in mano ai privati. Inutile parlare di settori strategici come i trasporti e soprattutto servizi essenziali come la gestione dei rifiuti. I Comuni non hanno i soldi per garantirli e quindi si chiede a qualche paperone privato di costruire l’impiantistica per poi sfruttarla nel senso della massimizzazione del profitto per 25 anni o più, rinnovabili di proroga in proroga. E’ questa ad esempio la condizione dell’acqua a Rende in mano alla Srl ACQUE POTABILI – SERVIZI IDRICI INTEGRATI che la ha ereditata attraverso una proroga che terminerà quando l’AIC, di cui ricordiamo il sindaco Manna presiede l’assemblea, deciderà a chi affidare la gestione unica “dalla sorgente fino a casa” secondo le nuove normative. Sarà un soggetto pubblico, privato o misto? Qualche idea ce la siamo fatta!
Ritorniamo a noi. Dopo la privatizzazione della gestione dell’acqua e dei rifiuti, oggi a Rende, come in molti altri comuni in Italia, pare toccare al cimitero. Neanche da morti i rendesi potranno sfuggire alle grinfie della finanza creativa. Anche i nostri corpi esanimi saranno tramutati in occasione di profitto per un capitalismo senza più barriere.
Con nota prot. N. 32496 del 27/06/2018 l’ATI “Cooperative Engineering & Services Scarl” ha proposto la realizzazione e l’affidamento in concessione per 25 anni del nuovo cimitero di Rende che dovrà sorgere in località Villa Granata attraverso la procedura del Project Financing
Acquisito il parere favorevole della conferenza dei servizi e la variante al Piano Regolatore dal Consiglio Comunale, la Giunta approva il progetto che prevede:
-l’affidamento in concessione del cimitero, con progettazione, realizzazione e gestione delle edicole funerarie, tombe a pozzo monumentali, edifici adibiti a servizi complementari, aree a verde, aree a parcheggio, impianti, opere d’arte etc;
– l’investimento a totale carico del soggetto privato proponente;
– una durata della concessione massima pari a 25 anni;
– una royalty annua al Comune proporzionale al fatturato derivante dalle operazioni di servizio cimiteriali e gestione delle luci votive;
Il privato potrà offrire una discreta gamma di servizi al morente. Si va dalla base con un loculo in “condominio” con una concessione a 35 anni, loculi, edicole e ossari con concessione a 99 anni e persino 26 tombe a pozzo monumentali, bagni pubblici e parcheggio. Insomma tutti i confort. Costo dell’operazione 9 milioni e mezzo di euro.
Il documento è corredato anche da una macabra tabella di “previsione sulla domanda potenziale” che stima una media di 155 morti all’anno. Il business si farebbe molto più interessante per l’ATI in caso di permanenza della pandemia o di accordo con le cliniche private per accoppare qualche anziano aggiuntivo ogni anno per arrotondare il profitto.
Lo stesso documento di giunta esplicita, qualora non lo sapessimo, quali sono le caratteristiche distintive di un’operazione di project financing e cioè la “capacità del progetto di generare un cash flow sufficiente a rimborsare i prestiti ottenuti ed a garantire un’adeguata remunerazione del capitale investito”.
Tutto lecito per carità, il Comune non ha soldi, il privato si, il cimitero vecchio è pieno, servono nuovi loculi, frullo tutto in un unico progetto finanziario e salvo capre e cavoli. Così anche le nostre povere spoglie diventeranno utili a remunerare il capitale investito. Che tristezza vivere in un sistema che pone al centro la sola speculazione economica. Il capitale dopo aver messo a profitto le nostre vite, adesso ci prova anche con la nostra morte.
Sarebbe importante per una comunità chiedersi perché “il pubblico” non è più in gardo di costruire un cimitero, un ospedale, chiudere una buca, manutenere una scuola o gestire in economia il servizio idrico e quello dei rifiuti. Sarebbe importante approfondire insieme i meccanismi che ci hanno ridotto in questo stato miserevole. Sarebbe importante prendere coscienza di un sistema che ha mercificato tutto, la nostra vita come la nostra morte…sarebbe utile, ma preferiscono risolvere in qualche modo l’emergenza e non parlarne più.
Coordinamento Territoriale #DecidiamoNOI