Proseguiamo il ragionamento sulla tendenza, già prevista da Marx ed addirittura prima di lui, all’automazione degli impianti produttivi con la perdita relativa di lavoro. Lo facciamo spulciando alcune conclusioni del World Economic Forum di Gennaio.
Secondo il Forum nei prossimi cinque anni oltre la metà di tutte le attività lavorative saranno eseguite da macchine. Molti lavori, come li conosciamo, cesseranno di esistere. Paper su Paper, studi su studi, inclusi questi del World Economic Forum, avvertono dell’impatto dell’automazione sui lavoratori.
“Dai tempi in cui i Luddisti hanno distrutto i telai nella Gran Bretagna preindustriale alle nostre attuali preoccupazioni riguardo all’intelligenza artificiale, abbiamo a lungo considerato le macchine una minaccia esistenziale ai nostri mezzi di sussistenza. Eppure le economie – specialmente nei paesi sviluppati – sono sopravvissute”.
Ecco come si presenta il tasso di automazione
La soluzione del FORUM è quello di sperare nel futuro, sperare che alla perdita di posti di lavoro “tradizionali” subentri la crescita di posti di lavoro di nuova tipologia che avranno bisogno di una maggiore specializzazione visto che crescerà la domanda di matematica, informatica e analisi dei dati.
I lavoratori saranno sempre più giovani e specializzati (ndr. il Forum non considera l’invecchiamento della popolazione in Occidente?) alla ricerca di ambienti lavorativi più decentralizzati, attraverso il lavoro agile, e maggiore autonomia contrattuale.
Ma mentre le imprese private cresceranno sia economicamente che dimensionalmente chi pagherà questa necessità di specializzazione delle nuove leve? Sempre la scuola pubblica o saranno gli stessi privati a finanziare le nuove Università capital-friendly?
Anche in questo il FORUM dimentica la crisi delle nostre Accademie con sempre meno iscritti e con tasse sempre più alte. Vabbè, ci penseranno i prestiti agli studenti così da aprire anche in Europa, essendo una pratica consueta nel mondo anglosassone, questa nuova branca di sfruttamento finanziario sulle nuove genrazioni.
Ma soprattutto, dove finiranno tutti coloro che non avranno la possibilità economica o le capacità intellettuali di conseguire livelli sempre più alti di specializzazione?
Risposte non ce ne danno ma speranze sì:
le economie – specialmente nei paesi sviluppati – sono sopravvissute alle macchine a vapore, sopravviveranno in qualche modo anche all’intelligenza artificiale. Non si può programmare nulla dunque, non ci resta che sperare nelle sorti progressive dell’umanità…
MALANOVA VOSTRA!