Il 24 aprile, la Giunta comunale di Napoli ha approvato, su indicazione della Consulta Audit sulle risorse e il debito del Comune di Napoli, una delibera per l’annullamento dei debiti ingiusti/illegittimi. «È la prima delibera del genere predisposta non solo in Italia ma in Europa – afferma Vittorio Lovera di Attac Italia – e può essere il segnale di una nuova Liberazione, quella dalla mortale trappola del debito. Con questo atto amministrativo si crea una prima crepa nel muro del debito, fenditura che può significarne la sua progressiva demolizione. Con l’occasione permettetemi di ringraziare di cuore l’impegno, la dedizione e le competenze di Attac Napoli e di Massa Critica: solo con il loro costante pressing è stato possibile insediare la prima consulta audit istituzionale, pre-requisito necessario per il risultato oggi conseguito».
La Consulta è stata istituita nel 2018 e rappresenta il primo esempio in Europa di un organismo istituzionale sui temi del debito. È composta da venti componenti, dei quali undici nominati dal Sindaco (anche fuori dal contesto territoriale napoletano) con comprovate competenze in diversi campi: giuridico, economico, sociale, ambientale, lavoristico e dell’attivismo sociale. I restanti nove sono stati individuati mediante avviso pubblico.
Con l’istituzione della Consulta, l’amministrazione ha provato ad avvicinare le istituzioni ai cittadini ed abitanti per promuovere la “democrazia di prossimità” che significa, nell’esperienza napoletana, “creare spazi che rendano possibile l’iniziativa e la presa di decisioni diretta dei cittadini sulle questioni che li riguardano più da vicino, in primo luogo sull’amministrazione della città”. Alla Consulta vengono, dunque, attribuite le funzioni relative allo “studio, all’inchiesta e alla predisposizione di linee di azione relativamente alle risorse sulle quali poggiare lo sviluppo cittadino e sulle strategie per impedire che il debito “ingiusto”, perché maturato in grande parte durante i diversi commissariamenti che hanno riguardato la Città di Napoli, continui a produrre effetti pesantemente negativi per la nostra città”. Questo afferma il decreto sindacale n.228 dell’11 luglio 2018 che l’ha istituita.
Ma ritorniamo alla Delibera dello scorso 24 aprile. Marco Bersani di Attac Italia sintetizza in 5 punti i contenuti saliente dell’atto amministrativo; in particola la delibera chiede:
a) la sospensione del patto di stabilità interno e del pareggio di bilancio per i Comuni, analogamente a quanto fatto dall’Ue per gli Stati;
b) l’approvazione del decreto attuativo dell’art. 39 delle Legge di Bilancio 2020, che prevede l’accollo allo Stato dei mutui in essere con Cassa Depositi e Prestiti, al fine di ridurne drasticamente i tassi di interesse;
c) di opporsi alla proposta di rinegoziazione dei mutui fatta da Cdp (si tratta di un semplice procrastinamento nel tempo del pagamento, con relativo aumento degli interessi) e di rivendicare per il biennio 2020-2021 mutui a tasso zero per gli investimenti dei Comuni;
d) di annullare tutti i debiti dovuti a derivati;
e) l’apertura del Fondo nazionale di solidarietà per i Comuni -sulla base dell’attuale Fondo di solidarietà comunale- per garantire a tutti i Comuni tutte le risorse necessarie per l’emergenza economica e il riavvio delle comunità locali.
L’importanza di questa atto deliberativo ha immediatamente avuto un’eco di rilevanza internazionale tant’è che lo stesso Eric Toussaint, presidente del CADTM International, ha reputato necessario inviare un messaggio di congratulazione alla città di Napoli e alla sua amministrazione:
«In qualità di portavoce di CADTM International ed ex membro della Commissione di controllo del debito dell’Ecuador (2007-2008) ed ex coordinatore scientifico della Commissione di controllo del debito istituita dal Presidente del Parlamento greco nel 2015, desidero congratularmi con il Comune di Napoli per l’enorme lavoro svolto per prendere decisioni chiare ed eque sui debiti illegittimi rivendicati dalla popolazione napoletana. Il lavoro che avete svolto è un esempio per altri comuni in Europa e altrove».
Redazione Malanova