I provvedimenti adottati in Europa per contenere la diffusione della pandemia da Coronavirus stanno producendo uno stato di eccezione in cui le persone sono soggette a numerosi divieti e prescrizioni. Siamo tenuti a non muoverci e a seguire rigorose raccomandazioni di igiene, il che presuppone l’accesso garantito ai servizi idrosanitari. Tuttavia, nonostante questa situazione di emergenza, non abbiamo ancora letto nelle dichiarazioni delle istituzioni Europee il più basilare provvedimento igienico-sanitario: l’accesso per tutte/i all’acqua e ai sevizi igienico-sanitari.
Se alcuni stati e regioni europei hanno deciso di sospendere le procedure di distacco idrico, ciò è perché sussiste il rischio che i gestori idrici applichino pratiche di distacco idrico in situazioni di emergenza, quali ad es. famiglie senza reddito, occupazioni di abitazioni, insediamenti di rom e migranti.
La Risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU 64/292 (28 luglio, 2010) riconosce “il diritto ad acqua potabile sicura e a servizi igienico-sanitari come un diritto umano fondamentale per il pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”. 10 anni dopo, ogni stato ha garantito l’obbligo di realizzare il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari (HRWS – Human Right to Water and Sanitation) ad un livello minimo tale da garantire la dignità della vita.
Ma poco è stato fatto in Europa per garantire l’HRWS. Al fine di introdurre nella legislazione Europea l’HRWS, ben 1.884.790 cittadini europei hanno firmato la prima Iniziativa dei Cittadini Europei. Ad oggi, in Europa, 1 milione di persone non ha accesso all’acqua ed 8 milioni di persone non dispongono di servizi igienico-sanitari. È tempo di agire.
Tutti i cittadini europei reclamano, e lo sviluppo normativo sull’HRWS ne dà indicazione, che il distacco idrico costituisce una violazione del diritto umano, perfino più pericolosa per la salute pubblica nell’attuale contesto.
Chiediamo pertanto ai governi nazionali e alle istituzioni Europee di garantire a tutte/i il diritto umano all’acqua ed ai servizi igienico-sanitari. Ciò implica l’adozione di diversi provvedimenti:
- Divieto per tutti dei distacchi idri
- Sospensione delle fatturazioni per la durata della crisi
- Particolare attenzione alle situazioni di emergenza quali le forniture non regolate per dimore occupate e insediamenti di migranti
- Garanzia sui diritti lavorativi e sulle condizioni igieniche per i lavoratori addetti ai servizi idrosanitari
- Il costo di tali provvedimenti non sarà a carico dei cittadini ma dei gestori dei servizi idrosanitari.
Tutti questi provvedimenti saranno garantiti da una normativa specifica vincolante.
Tali provvedimenti sono dovuti ad una situazione di emergenza, ma questo è anche il momento per un adeguamento sistematico della normativa pertinente, attraverso l’inserimento di questi requisiti nelle direttive sull’acqua (in particolare la Direttiva sull’Acqua Potabile e la Direttiva Quadro sull’Acqua) e l’introduzione del diritto all’acqua sancito dall’ONU nella Carta Europea. Di conseguenza le forniture idriche e la gestione delle risorse idriche devono essere escluse dalle liberalizzazioni e dai trattati sul commercio e sugli investimenti.
L’effettiva attuazione del diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari è un requisito essenziale di democrazia, ma è anche un benefico e potente strumento per la salute ed il benessere delle persone e, in ultimo, per l’economia. Se non ora, quando?
European Water Movement