di Angelica PERRONE*
La sanità italiana è piegata sotto i duri colpi che il diffondersi del Covid-19 ha inferto al paese. Non è questo il momento di polemizzare e stare qui a scrivere come e quando si sarebbe potuto intervenire; non è questo quello che mi preme venga portato alla luce.
Voglio piuttosto che si sappia quanto male fanno i tagli continui alla sanità pubblica, quanto sia sbagliata la logica del profitto quando si parla di salute; quanto sia assurdo chiudere i centri convenzionati privati per le “non emergenze”; quanto sia sinonimo di sciacallaggio tenerli aperti facendo pagare le prestazioni fior di quattrini.
Non è che prima del Covid-19 si stava tutti bene e non c’era bisogno di posti letto, non c’era bisogno di esami strumentali da eseguire, di analisi del sangue da fare. Tali esigenze c’erano prima e ci sono adesso, con l’aggravante dato dalla situazione del momento.
Sembra essere un dato di fatto ormai che la mortalità aumenta in caso di comorbilità: in casi di particolari condizioni di salute come l’essere cardiopatici o l’essere pazienti oncologici. Il rischio di contagio poi aumenta se si è immunodepressi, come spesso accade a tutti quei pazienti che già provati dalla malattia sono messi a dura prova dalle terapie pesanti che devono eseguire, sperando di poter arrivare tranquilli al prossimo controllo.
Una particolare condizione è vissuta dai pazienti metastatici che hanno necessità di eseguire esami frequenti e con una certa scadenza. “Certa” non solo per periodicità ma “certa” perché deve essere garantita.
Una terapia che non funziona deve essere cambiata in tempo se si ha ancora la fortuna di averne altre a disposizione. Quest* cittadin* hanno tutto il diritto di essere tutelat*.
Lo smantellamento progressivo della sanità pubblica, giustificato dalla falsa retorica che ci presentava il pubblico come poco efficiente, clientelare e dedito allo spreco, si è dimostrata quanto mai fallace.
Oggi, in piena emergenza sanitaria, è sotto gli occhi di tutti quanto sia fondamentale avere un sistema sanitario nazionale pubblico, che nonostante le evidenti difficoltà sta garantendo cure e assistenza a migliaia di cittadini.
Il sistema della sanità privata, presentatoci invece come sinonimo di efficienza e garanzia, latita, chiude al pubblico o rimane aperto con operazioni di facciata e nulla più. La sanità deve essere pubblica e fruibile da tutti e tutte; la salute è un diritto costituzionalmente garantito, almeno formalmente, e dico almeno formalmente, perché troppe volte, soprattutto al sud, questo diritto ci è stato negato.
Ora è il momento di unificare l’azione che deve essere rivolta alla salvaguardia della salute dei cittadini e delle cittadine. Niente operazioni di facciata e soprattutto basta precariato e basta incertezze! Niente più tagli alla sanità pubblica!
* militante PRC Cosenza