Con delibera del 3 febbraio, n.20, ecco uscire dal cilindro del sindaco e dalla sua grande immaginazione il progetto: “Giovani uniti a Diamante e per Diamante”.
Leggendo la delibera pensavamo di leggere un progetto culturale per questi giovani ed invece troviamo soltanto un impegno di spesa per il Comune per attrezzi non meglio definiti se non i soliti di prassi, quali collegamento Internet e giochi tipo bigliardino, ping-pong e oggetti similari. Nella delibera non si parla di associazioni esistenti a Diamante, non si parla di programmi da fare, ma di soggetti privati che potranno finanziare non si sa che tipo di attività. Così è scritto a proposito:
“Che il presente progetto data l’alta valenza sociale che ricopre, è aperta alla partecipazione di qualsiasi operatore pubblico o privato interessato che dietro richiesta a questo Ente potrà apportare capitali”.
E per quale motivo un privato dovrebbe essere interessato? In cambio di cosa? E con quali motivazioni? Le stesse misteriose delle luminarie di Natale di cui ancora non ne conosciamo i benefattori?
Una cosa certa. Si trattano i giovani come fossero persone inaffidabili e quindi soggetti da recuperare e facile prede nelle mani della delinquenza giovanile e vittime dell’emarginazione sociale. Proprio per questo vanno videosorvegliati e controllati in ciò che fanno all’interno del Dac, come si fa nel Grande Fratello.
Ed ecco, infatti, una previsione di spesa per L’INSTALLAZIONE DI VIDEOCAMERE AL SUO INTERNO PER CONTROLLARE I GIOVANI E GURDIANI PER CONTROLLARLI, COSI’ COME METTERE FILTRI DI CONTROLLO SULLE POSTAZIONI INTERNET. Per evitare confusioni così è scritto nella delibera di giunta:
“Che di primaria importanza sarà il garantire la sicurezza dei ragazzi e dei locali, e pertanto, con il presente atto, è autorizzata, l’installazione di apposito sistema di videosorveglianza interna al locale, oltre che attività di guardiania nei periodi di apertura del centro di che trattasi;”
Si tratta di una bella iniezione di fiducia verso i nostri giovani, che dovranno vivere nel DAC come se fossero nel Grande fratello.
E da chi saranno controllati? Da psicologi, da sociologi, da vigili urbani, dai carabinieri, o dal sindaco stesso mentre è seduto comodamente sul divano del suo salotto, dal momento che nella delibera a lui è stato affidato il compito di “realizzare il progetto”, non come sarebbe stato giusto all’assessore alla cultura o a qualche associazione culturale. E chi deciderà se un ragazzo può entrare e un altro no? I familiari, gli insegnanti, il parroco, qualche assessore?
Ma in che mondo vivete? sapete che ogni giovane ha uno smartphone con dentro il mondo intero? Sapete che i giovani hanno in casa già play station e giochi che acquistano liberamente da Internet? E se vogliono navigare su Internet, come fanno liberamente a casa propria, devono venire qui sapendo che ci sono blocchi di controllo come avete scritto?
Quale dovrebbe essere quindi il motivo scatenante che dovrebbe spingere un giovane qualsiasi a venire in un piccolo Grande fratello, per farsi controllare dal sindaco o dal vigile urbano di turno? È così che si pensa di poter educare un giovane, se già si hanno difficoltà a farlo nelle famiglie stesse e nella scuola? È così che amate, come dite di amare il futuro dei nostri giovani?
Li volete solo gestire e controllare non dargli strumenti di informazione che non hanno. Ben diverso sarebbe stato, se il Dac fosse stato affidato a tutte le associazioni di Diamante, che assieme avrebbero trovato il modo, la progettualità, l’esperienza, per coinvolgere i giovani in progetti sperimentati, seri, concreti, che con la sinergia di tutti, senza escludere nessuno, li avrebbero coinvolti liberamente senza controllare nessuno ed a costo zero per le casse comunali. Ma la cultura non fa parte di questa amministrazione, a loro piacciono le delibere restrittive e liberticide, i controlli, le multe, le pene, le imposizioni. AVANTI COSI’…
DIAMANTE (CS) – COMITATO DIFESA AMBIENTE