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CONDOFURI, SAN LORENZO (RC): È EMERGENZA!! CONCLAMATO L’ABUSIVISMO DEI LAVORI SUL LUNGOMARE, MA LO SCEMPIO NON SI FERMA. INTERVENGANO LE ISTITUZIONI COMPETENTI.

Il Laboratorio Territoriale Condofuri-San Lorenzo e il Comitato Ambiente Fascia Jonica Reggina e Area Grecanica chiedono alle Autorità Competenti e all’opinione pubblica di bloccare urgentemente il gravissimo sfascio costituito dai lavori illegali e abusivi sul Lungomare di San Lorenzo, che , nonostante i reiterati pronunciamenti degli uffici istituzionali competenti, compresi i Ministeri dell’Ambiente e dei Beni e Attività Culturali, non si sono ancora bloccati, aggravando così lo scempio di un tratto pregiato della fascia costiera interessata, area  vincolata sia dal Codice del Paesaggio che da Rete Natura.

Ribadiamo ancora una volta che i lavori avviati sono abusivi e fuorilegge, in quanto in aperto contrasto con i profili e i dettami normativi e programmatici derivanti da leggi e strumenti pianificatori ai vari livelli.

 In primis, il progetto -come ammesso negli stessi elaborati allegati- ricade in area costiera, bene paesaggistico di interesse nazionale, tutelato da vincolo prioritario ex Codice del Paesaggio.  Nella fattispecie gli uffici competenti della Soprintendenza di Reggio Calabria hanno espresso parere negativo rispetto all’approvazione di un progetto in palese contrasto con i caratteri di un paesaggio di grande pregio. Il parere negativo -come peraltro la mancanza di parere (non vale in questa materia il silenzio-assenso) – blocca la possibilità di approvazione del progetto.

Ancora, la LUR e le Linee Guida di sua attuazione, nonché gli stessi atti relativi al QTR a Valenza Paesaggistica della Regione Calabria specificano che, anche di fronte a progetti di opere da non sottoporre a procedura di VIA secondo gli elenchi allegati alla normativa nazionale, gli stessi “devono sottoporsi alla medesima procedura “, qualora “ricadenti in aree di particolare sensibilità ambientale o in presenza di opere a rilevante impatto“. Nel caso del progetto in questione, occorrono ambedue tali circostanze; ma non c’è VIA.

Ancora si richiama la necessità di un corretto iter procedurale.  Laddove è invece avvenuto l’esatto contrario, e si è forzata la chiusura in tutta fretta della Conferenza dei Servizi stessa, nonché – con tempi minimizzati- l’espletamento del bando e l’affidamento dei lavori.

 Il Comune ha peraltro rifiutato anche l’occasione offertagli dalla Città Metropolitana, che aveva convocato un “tavolo speciale” di aggiustamento del progetto e di sia pur parziale, adeguamento della procedura, interrompendone le relative attività; per dichiarare “L’avvio dei lavori”, assolutamente illegittimi.

Ai citati elementi di illiceità già presenti, si è aggiunta infatti di recente la gravissima mancanza di Valutazione di Incidenza – pure reiteratamente segnalata dai competenti Uffici e Ministeri, Ambiente e Beni e Attività Culturali, sia al Comune che alla Città Metropolitana – che blocca di fatto la procedura; imponendo tra l’altro di riaprire la Conferenza dei Servizi fino all’esito della specifica procedura di VINCA, cui è sottoposta sia l’eventuale approvazione definitiva del progetto, sia l’affidamento e avvio dei lavori.

In data 29 gennaio u.s. i competenti uffici regionali hanno fissato il termine perentorio e ultimativo di cinque giorni perché il comune presenti la documentazione – completa di approvazione – in questione, relativa alla procedura di VINCA, pena LA DICHIARAZIONE DI ILLEGITTIMITA’ DI QUALSIASI ATTIVITA’ DI CANTIERE E IL CONSEGUENTE BLOCCO DELLA STESSA. Il Comune invece ignora tale circostanza: è infatti nota la mancanza sia di qualsiasi elaborato che dell’approvazione della VINCA. La circostanza pregiudica e vanifica chiaramente qualsiasi atto assunto a valle della stessa, rendendo normativamente illegittima e quindi abusiva, qualsivoglia attività di cantiere, sia pure in avvio.

 I lavori allo stato proseguono e stanno facendo scempio di uno straordinario e nobile ecosistema le cui peculiarità biologiche e morfologiche vanno salvaguardate.

 A San Lorenzo, nell’area interessata, di recente si era registrata una importante tendenza al ripristino naturale degli ecosistemi. Che oggi invece sono di nuovo stravolti dai lavori in corso, che stanno creando tra l’altro un’artificiale separazione e un dislivello tra il litorale e la sede stradale; le ruspe inoltre hanno già distrutto dodici cespugli di tamerici, quattordici oleandri e tre acacie saligne; incalcolabile poi è il numero di piccole piante dunali distrutte (erano presenti esemplari di Eryngiummaritimum, Ammophila arenari, Medicago marina, Echinophora spinosa, Elytrigiajuncea).

Nella zona vicina alla foce della fiumare Agrifa è stato espiantato un gelso e sono state danneggiate le radici e porzioni delle parti aeree dei grandi alberi ivi presenti. Dobbiamo infine considerare l’imminenza dell’impermeabilizzazione: nei prossimi giorni si avvierà la cementificazione di oltre un ettaro di spiaggia e superficie oggi vegetale.

Analizzando la pesante situazione che si è venuta a creare, appare un’emergenza assoluta il blocco delle attività e dello scempio in corso: i danni agli ecosistemi presenti e alla ZSC Fiumara Amendolea aumentano di ora in ora.

Per tale motivo si chiede l’intervento urgente delle Autorità Competenti per bloccare qualsivoglia operazione di cantiere avviata e ripristinare lo stato dei luoghi quo ante.

La Calabria e la Fascia Jonica – e soprattutto le loro Istituzioni – non possono assistere inermi alla distruzione, tra l’altro illegale e abusiva, delle risorse ambientali e paesaggistiche del territorio: tra l’altro in aperta sfida alle istituzioni; centrali e locali, dello Stato; una gravissima lacerazione al tessuto sociale e civile. Inaccettabile in una regione come la nostra, troppe volte mortificata dall’arroganza di poteri oscuri e criminali.

LABORATORIO TERRITORIALE CONDOFURI-SAN LORENZO

COMITATO AMBIENTE FASCIA JONICA REGGINA E AREA GRECANICA

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