Dopo cinque anni l’Amministrazione Falcomatà continua a non interessarsi del diritto fondamentale all’ alloggio per le famiglie che non hanno una casa. Il settore comunale degli alloggi popolari, che ha il compito di gestire un patrimonio di circa 7000 alloggi per garantire il diritto alla casa, continua a versare nel caos.
Per le emergenze abitative che in primis dovrebbero riguardare i casi più gravi (le famiglie sfrattate, quelle prossime allo sfratto ed i casi di violenza domestica) la Commissione comunale, presieduta dalla d.ssa M. Porcino nominata il 13 novembre 2019 con quasi due anni di ritardo dall’ approvazione del regolamento, ancora non ha redatto la graduatoria delle 340 domande presentate.
Mentre molti alloggi popolari e confiscati risultano disponibili per l’assegnazione, ci sono famiglie che sono state sfrattate nelle ultime settimane, i cui componenti sono costretti ad abitare divisi tra le abitazioni dei parenti, l’ospedale e qualcuno sulla strada.
Ci sono pure situazioni di violenza domestica dove delle donne stanno rischiando la vita nell’ attesa che il Comune gli assegni un alloggio.
Il problema non è solo il ritardo già accumulato ma pure quello che si potrebbe ulteriormente produrre per il fatto che il regolamento comunale non distingue come dovrebbe tra emergenze abitative più gravi e meno gravi. Si potrebbe verificare che le famiglie con situazioni di emergenza meno grave come il sovraffollamento superino nella graduatoria quelle con emergenza molto grave, quali le famiglie sfrattate o quelle con situazione di violenza domestica.
Anche le famiglie vincitrici del bando 2005, che dal 2012 attendono un alloggio, non hanno ricevuto alcuna risposta. In cinque anni solo le prime otto famiglie hanno avuto assegnato un alloggio, nonostante l’aver vinto un bando dovrebbe essere il principale percorso per avere una casa. Ma anche su altri aspetti della gestione l’Amministrazione è assente.
Le istanze di cambio alloggio, che sono fondamentali per garantire il diritto alla casa alle famiglie assegnatarie, non vengono per nulla considerate. Difatti, dal 1996 il Comune di Reggio Calabria non ha provveduto ad applicare quella parte della legge regionale nr 32/1996 che li norma.
L’attività di manutenzione degli alloggi, anche questa molto importante per la gestione del settore, è praticamente inesistente, nonostante il Comune abbia i fondi destinati che riceve dai canoni e dalle vendite degli alloggi. I fondi, da quanto dichiarato nell’incontro del 13 dicembre 2019 dall’ allora dirigente alla manutenzione erp arch. D. Beatino, sono stoccati su un conto come garanzia della restituzione del debito comunale. Insomma, questa Amministrazione fa “pagare” il debito comunale alle famiglie più povere, mentre questo è stato prodotto dalle scelte della “politica”.
Riguardo all’ alibi dichiarato della mancanza di personale, il Sindaco, contravvenendo a quanto deciso dal Consiglio Comunale del 10 febbraio 2017, non ha mai provveduto a trasferire al settore ERP gli informatici di Hermes, il gruppo di vigili urbani e non ha chiesto al Prefetto la costituzione della task-force con le forze dell’ordine dello Stato.
Non si sa nulla sulla verifiche che si dovevano realizzare e sul progetto dell’Ex Polveriera che si doveva concludere nel mese di novembre scorso in soli 13 giorni. Chiediamo che l’Amministrazione Falcomatà modifichi la sua politica degli alloggi popolari per rendere esigibile il diritto alla casa per le famiglie che ne hanno bisogno.
Per questo chiediamo un confronto diretto e operativo.
Reggio Calabria – Osservatorio sul disagio abitativo