Anche se il freddo è giunto e con lui pioggia e neve che, come dice Trump insieme ai vari negazionisti, dimostrerebbero che il cambiamento climatico non ci sia, nell’ultimo secolo la temperatura globale è aumentata di almeno un grado.
Lo affermano diversi studiosi di Università e CNR presenti in vari spezzoni della trasmissione Piacere Maisano in onda su Tv8.
Uno o due gradi, alla fine, sembrano poca cosa ma, come dimostra il documentario, ha effetti devastanti in varie zone del pianeta, a cominciare dalla nostra Venezia per finire alle zone già aride e desertiche dell’Africa che vedono evaporare quel poco di risorse idriche residue.
Tutte persone che vengono definite “migranti climatici” e che già ora sono costretti a lasciare le loro terre divenute inospitali visto che è impossibile in loco procurarsi cibo e bevande.
È l’esempio della Somalia dove in varie aree le poche risorse idriche che consentivano la vita si sono completamente prosciugate portando migliaia di persone a trasferirsi in altre zone della stessa nazione, a chilometri di distanza, o addirittura all’estero.
Le poche piogge annuali sono sempre di meno, l’erba secca e gli animali muoiono, dice una migrante climatica che vive in una baracca di fortuna attingendo l’acqua in un pozzo comunitario. Lei possedeva, fino a poco tempo fa, 400 pecore e 30 cammelli, ora non ha più nulla.
Tutto vero, tutto documentato, persino all’Università dove grazie i carotaggi fatti al polo si riesce a stabilire il clima e la composizione atmosferica fino a 800mila anni fa. Infatti il ghiaccio in formazione intrappola piccole sacche d’aria capaci di rivelare la composizione atmosferica del tempo in cui si è ghiacciata. Da queste analisi risulta che mai in atmosfera c’è stata una concentrazione così importante di anidride carbonica.
Una bella trasmissione insomma, molto efficace, peccato finisca sempre allo stesso modo cercando di “educare” a stili di vita alternativi e più responsabili i singoli cittadini, cercando di istillare sensi di colpa a famiglie, studenti, lavoratori e lavoratrici. Prendete la bicicletta, lasciate le automobili, risparmiate acqua, energia elettrica e combustibili.
Anche questo tutto corretto ma ci si dimentica ogni volta che la maggior parte dei gas emessi in atmosfera sono generati dalle grandi industrie multinazionali sparse per il globo. Quindi l’invito dovrebbe essere rivolto con ancora più forza alle poche persone che inquinando il globo terracqueo stanno accantonando immense fortune personali.
Noi possiamo anche cambiare i nostri stili di vita, fare la differenziata, chiudere il rubinetto dell’acqua mentre ci laviamo i denti (tutte cose ad esempio che non possiamo chiedere ai miliardi di africani e asiatici che già ora non anno acqua corrente ed energia elettrica ma che vorrebbero legittimamente averle). Vai a chiedere nel quartiere Tamburi a Taranto di chiudere il rubinetto e fare la differenziata altrimenti inquinano l’ambiente!
Caro Maisano, dovresti piuttosto invitare con più forza i Signori delle multinazionali a bloccare i processi produttivi inquinanti che sono i veri responsabile del cambiamento climatico e della distruzione dell’ambiente. Dillo a Bolsonaro ed ai suoi progetti sull’Amazzonia, dillo alla Coca-Cola, alla Nestlè, alle imprese produttrici di energia ed ai loro impianti a carbone o a biomasse.
La carta gettata dal finestrino di un’auto in corsa è un gesto di infinita inciviltà ma è dalle ciminiere che escono le tonnellate di gas che stanno uccidendo la terra.
Cambiamo il sistema, non il clima!
Malanova vostra!