I nostri timori erano più che fondati: è in arrivo la società privata dell’acqua del Mezzogiorno.
A guardare la bozza di statuto che sta circolando in queste ore, i nostri timori sulla privatizzazione dell’acqua del Mezzogiorno d’Italia trovano conferma. Infatti, nell’ipotesi allo studio, è previsto che la nuova Società per la Grande Adduzione e Captazione dell’Appennino Meridionale “SGACAM”, che ha sostituito l’ente pubblico EIPLI, oltre a gestire gli impianti trasferiti da quest’ultimo, soppresso con l’articolo 24 del DL Crescita, potrà gestire le altre infrastrutture regionali e lo stesso servizio idrico integrato (sic!), con l’inevitabile conseguenza di dare la facoltà di allargare la gestione della società all’intero ciclo delle acque del SUD Italia.
Si conferma che la foglia di fico di una fantomatica operazione societaria effettuata per efficientare la gestione e non gravare sul debito pubblico era solo un alibi e che, invece, come paventato, va avanti il percorso verso la privatizzazione attraverso una società che potrà fare utili ed emettere obbligazioni come una qualsiasi società per azioni nonché acquistare partecipazioni in società del settore attraverso le regioni.
Continuiamo a chiedere che, nel rispetto del referendum, si blocchi l’operazione e si approvi uno statuto che limiti il campo di operatività della SGACAM ai soli impianti del soppresso EIPLI e che preveda, inoltre, in tempi brevi il trasferimento degli stessi agli enti di diritto pubblico che gestiranno l’acqua dopo l’approvazione della legge sull’acqua pubblica.
Si restituisca la gestione ai territori attraverso enti pubblici, per una gestione democratica, solidale e partecipata della risorsa idrica.
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua