Il progetto di superamento della baraccopoli dell’Ex Polveriera avviato nel mese di aprile 2018 con il titolo “Dall’emergenza abitativa alla legalità percepibile“, è fermo dal mese di settembre 2018.
Diciasette famiglie sono state dislocate ma ad oggi ancora quindici famiglie sono presenti nella baraccopoli, in condizioni di emergenza sanitaria.
Il gruppo di lavoro comunale impegnato nel progetto ha ottenuto dei buoni risultati ma ha deciso di fermarsi a metà dell’opera. Da ottobre 2018 è stata delegata la continuazione del progetto al nuovo dirigente comunale del settore ERP, D. Piccione. Purtroppo non è stato garantito al Dirigente il sostegno necessario, pur sapendo che avrebbe dovuto affrontare i complessi problemi del settore alloggi popolari.
Difatti non si è data continuità all’azione attuata lo scorso anno.
Nel mese di maggio scorso, tre delle 15 famiglie ancora nel ghetto, hanno ricevuto dal Comune l’offerta di un alloggio, ma l’assegnazione è stata respinta. Questo rifiuto, del resto ingiustificato, non avrebbe dovuto bloccare le operazioni.
Nei cinque mesi di effettiva attività del progetto infatti, da aprile a settembre 2018, i rifiuti da parte delle famiglie sono stati tutti superati con una costante opera di dialogo, realizzata in collaborazione con le associazioni.
È necessario ricordare, inoltre, che le baracche delle famiglie dislocate sono state demolite dal Comune, lasciando sul posto, tra le baracche ancora abitate, tutti i rifiuti edili prodotti. La demolizione è avvenuta senza le dovute precauzioni per una copertura in eternit di una baracca. Le lastre di eternit demolite con il mezzo meccanico sono state sotterrate sotto i rifiuti edili.
La documentazione fotografica diffusa anche sui social, che ha accompagnato ogni azione di demolizione, riporta chiaramente il fatto. L’Osservatorio sul disagio abitativo ha dato informazione pubblica dell’avvenuta demolizione dell’amianto nel comunicato stampa del 27 novembre 2018, nella stessa data è stata effettuata una segnalazione ai Noe dei Carabinieri. Il fatto è stato anche riferito dal signor Marino A. Giacomo nell’incontro del Comitato Ordine e Sicurezza tenutosi in Prefettura il 29 novembre 2018 sul progetto dell’ex Polveriera.
Ma fino ad oggi nessun provvedimento è stato adottato.
Il Comune avrebbe dovuto trattare la copertura in amianto come previsto dalla normativa vigente e con una ditta autorizzata. Non avendolo fatto è stata messa in pericolo la salute delle persone presenti nell’area sia stabilmente che temporaneamente.
Sulle tonnellate di rifiuti edili e amianto, abbandonate dal Comune, ne sono stati conferiti altri, come, purtroppo, accade nel resto della città. Con il passare dei mesi la discarica è aumentata di volume.
A questo punto la prima questione è quella della tutela della salute pubblica.
Per evitare che vengano effettuati altri danni, è necessario che la rimozione di questa enorme quantità di rifiuti contenente amianto, avvenga attraverso un’opera di bonifica regolata dalla normativa vigente.
Il Comune dovrà effettuare la bonifica con una ditta autorizzata e redigendo un dettagliato piano di sicurezza, secondo quanto previsto dal Testo unico sulla sicurezza (D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 art 91 -Titolo IX, Capo III – Protezione dai rischi connessi all’esposizione all’amianto articoli da 246 a 265).
Le misure di sicurezza previste dal Testo unico sulla sicurezza (D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 articolo 253) per tutelare la salute pubblica impongono che si parta dalla verifica della misurazione oggettiva del concentramento di fibre di amianto nell’aria e di continuarne la misurazioni durante tutto l’intervento di rimozione dei rifiuti. La misurazione serve a capire se il concentramento delle fibre di amianto superi il valore limite fissato dalla normativa vigente (art 254 D.Lgs 09 aprile 2008 n. 81 ), oltre il quale ci sono gravi danni alla salute. Il 7 aprile scorso l’Osservatorio sul disagio abitativo ed un gruppo di famiglie dell’ex Polveriera hanno presentato al Comune, tramite pec, una richiesta di bonifica ed un accesso agli atti per richiedere il relativo piano di sicurezza. Il 6 maggio è stato incontrato il R.U.P. del progetto comuanle Ex Polveriera, architetto G. Melchini, il quale ha assicurato che in tempi brevi sarebbe stato redatto un piano di sicurezza seondo la normativa vigente.
Ma fino ad oggi, dopo più di 60 gg dalla presentazione della richiesta, l’Osservatorio sul disagio abitativo non ha ricevuto il piano di sicurezza.
La questione della sicurezza deve essere accompagnata dal riavvio del progetto di sistemazione abitativa in dislocazione dei 15 nuclei rimasti nella baraccopoli. Per questa azione, chiediamo che si ricostituisca un apposito gruppo di lavoro, si riavvi il dialogo con le famiglie e con le associazioni e vengano individuati tutti gli alloggi necessari per portare a termine l’equa dislocazione abitativa.
Reggio Calabria, 14 giugno 2019
Osservatorio sul disagio abitativo
Un Mondo Di Mondi – Marino Giacomo
CSOA Angelina Cartella
Società dei Territorialisti/e Onlus
Centro Sociale Nuvola Rossa
Comitato Solidarietà Migranti
Reggio Non Tace
Collettiva AutonoMia