di Stefano Catanzariti, Comitato Piazza Piccola
Oltre il danno, la beffa. Non solo il centro storico di Cosenza è maltrattato da anni, masticato e sputato ad uso e consumo ad ogni parata o campagna elettorale, adesso si scopre che è anche il problema. Bisogna creare una nuova retorica, raccontare una bugia più di mille volte per farla diventare realtà. E così, la prima foto che vedete rappresenta il bello, la seconda delle scomode pietre di poco valore. La prima trasmette emozioni, la seconda non ha nulla da raccontare. La prima foto è un attrattore e volano turistico, la seconda una brutta copia di un qualcosa trito e ritrito al sud, nel meridione, dove è pieno di case vecchie e 1000 chiese. La prima è unica e internazionale, la seconda banale e provinciale.
Insomma, il messaggio è chiaro. Perché non può essere altrimenti per chi ignora una storia secolare, ignora i veri personaggi che hanno reso grande un posto fino a renderlo l’atene della Calabria, Cosenza la dotta! Non può essere altrimenti per chi vive di apparenza, frivolezze e di mode. Non possono capire il valore della tradizione, della cultura e delle usanze popolari, non possono respirare i nostri stessi odori e assaporare i nostri sapori. Non hanno nulla da spartire con i nostri ricordi, non possono concepire il valore della semplicità, il rendere poetico, vivido e dare valore a quella umanità ripudiata e bistrattata. Non tutti possono essere De andrè, Pasolini etc. per far nascere dal “letame i fiori”, ma tanti invece possono essere ammaliati dal brilluccicare dei diamanti, che alla fine oltre a riempire il tuo ego non lascia niente.
Io è da tempo che ho scelto da che parte stare. Un pizzaiolo rimane un pizzaiolo, ma posso prendermi il lusso di dare valore a certe cose e l’orgoglio di tenermele strette, anche quando sarò seduto da solo dalla parte del torto.