No perditempo!

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Sul Centro Storico basta chiacchiere!

di Stefano Catanzariti, Comitato Piazza Piccola

Si racconta di una città storica che cresce, internazionale e brulicante di nuove attività e turismo. Dobbiamo ammettere che rispetto agli anni passati qualche turista in più ci sta, nonostante questo le condizioni del centro storico per i commercianti e residenti sono solo peggiorate. Girando per il centro storico infatti, si possono leggere davanti ad alcuni esercizi commerciali cartelli che esprimono malcontento, tristezza e preoccupazione. Oltre a qualche negozietto che ha chiuso i battenti e altri che hanno deciso di aprire solo metà giornata, ci sta un dato inequivocabile: gli incassi sono dimezzati.
Ci sarebbero altre 3000 critiche da fare, sui percorsi turistici (che potrebbero essere molteplici) non segnalati e alcuni inaccessibili, le iniziative e le attrattività viste come eventi sporadici e non come un insieme, un percorso da costruire che diventi organico al centro storico. Ma anche le barriere architettoniche, la mancanza di parcheggi, la pericolosità di alcune vie e vicoli. Insomma, dire che va tutto bene sarebbe un falso e servirebbe solo a nascondere una cosa che vuoi o non vuoi viene a galla visitando dal vivo il borgo.
La mancanza più grande, a nostro avviso però, sta nel rifiuto di ascolto e partecipazione da parte del comune verso chi vive e anima la città storica. Siamo sicuri che, portando avanti alcune proposte e considerazioni che arrivano dal basso, non solo si possono ottenere risultati positivi, ma si andrebbe a creare un coinvolgimento e un fermento tale da rendere tutti protagonisti e orgogliosi del progetto di recupero e rilancio del centro storico.
Abbiamo studiato a fondo le condizioni di Cosenza vecchia e abbiamo scoperto quali sono le mancanze e le criticità. Abbiamo portato avanti uno studio strutturale sugli edifici e sul territorio, tenendo in considerazione tutti i fattori di rischio (sismico, idrico, geologico), strutturale dei palazzi, di prevenzione per quando riguarda le emergenze. Abbiamo ascoltato i disagi sociali ed abbiamo messo in piedi e supportato tutte le attività che provano a sopperire ad alcune mancanze, educative, sociali e familiari, dei diritti ma anche dei doveri tramite un lavoro di conoscenza e di coscientizazzione, sanitario e di ascolto. Infatti a breve (precisamente il 18) verranno inaugurati gli spazi dove tutto ciò verrà realizzato e promosso.

Abbiamo proposto di trasferire alcune funzioni e strutture nel centro storico, per incrementare l’afflusso di utenza, per ripopolare alcune zone e renderle più sane e sicure (esemp. Anagrafe, uffici pubblici e privati, spazi concessi ad associazioni e comitati). Abbiamo proposto di espropriare beni appartenenti a famiglie abbienti lasciate in stato di abbandono e infuria, destinandole magari a famiglie in emergenza abitativa e recuperandole con la Pratica dell’autorecupero.

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Abbiamo chiesto con forza ed ottenuto finanziamenti per il centro storico, nello specifico i 90 milioni del Cipe, che fino ad ora sono serviti solo come propaganda elettorale da parte del Pd. Pretendiamo che vengano spesi realmente nel centro storico. Che facciano parte di un processo che garantisca la partecipazione, la trasparenza, ma che faccia iniziare un percorso di recupero reale. I 90 milioni devono essere spesi anche per aiutare i privati cittadini che non hanno la possibilità di mettere in sicurezza perché senza lavoro, con uno stipendio da fame o una pensione minima, o perché vessati da tasse e crisi. Chiediamo che una parte dei fondi sia destinato all’inserimento lavorativo dei giovani e non disoccupati del centro storico, rendendoli protagonisti del recupero, creando dei percorsi lavorativi che puntino alla crescita professionale ed economica dell’individuo, rifiutando assistenzialismo, delega e dipendenza dal pubblico.

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Chiediamo che il regolamento dei beni comuni venga realmente applicato, dandoci la possibilità di prenderci cura di strade, piazze e spazi abbandonati. Chiediamo la messa in sicurezza dei beni culturali come archi, stemmi, ed edicole votive lasciate al degrado. Chiediamo una manutenzione periodica dei servizi e sottoservizi. Chiediamo tanto, perché abbiamo tanta voglia di metterci in gioco, ma non vogliamo prese per il culo. Non vogliamo più perdere tempo né supplicare. Ma sopratutto siamo stanchi delle storielle che ci raccontano i “MANGIONI”, del loro gettare la colpa sui cittadini e del loro giustificarsi addossando le responsabilità su precedenti giunte. Comune, provincia, regione e stato, nonché cortigiani di ogni genere, BASTA CHIACCHIERE.

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