Tanti si sono sbracciati in questo periodo, tanti paladini del centro storico sono spuntati come funghi dopo la pioggia. Associazioni, comitati e professionisti, tutti pronti per sedersi ad un banchetto che conta quasi 130 milioni fra Agenda Urbana e delibera Cipe.
Quello che ancora non hanno capito e che stanno sottovalutando è la rabbia e la voglia di rivalsa che i cittadini del centro storico hanno. Chi si attribuisce il merito e si presenta con le migliori ricette per il centro storico deve prendersi anche la responsabilità in caso di sprechi, ruberie e speculazioni. Il partenariato in salsa bruzia sui fondi di Agenda Urbana ha mostrato come non va fatto. Infatti, ci siamo trovati di fronte progetti già belli e impacchettati, presentati con delle slide e idee che ci arrivavano a valle. Noi crediamo che, se si vuole far partecipare i cittadini sulle scelte e sul rilancio del centro storico, c’è bisogno di un coinvolgimento a monte, costruite insieme le fondamenta di una rinascita della città storica.
Gli annunci delle ultime settimane, del Comune di Cosenza, parlano di progetti già inviati alla Regione. Stando a questo, poco, se non nulla si potrà dire su questi fondi. Speriamo in un ipotesi contraria! Se così fosse, bisogna fare esperienza e tesoro di ciò per prendere parola e pretendere interventi prioritari. Siamo fortemente convinti che questa è un occasione irripetibile e che lasciarci passare sotto il naso questo fondi, senza che vengano spesi utilmente sia un errore che rimpiangeremo per molto tempo. Bisogna partire da ogni piazza, ogni largo e ogni negozio. Decidere insieme le priorità di chi vive e ama il centro storico. Creare entusiasmo e fermento, orgoglio e coscienza su un bene importante e fondamentale come il centro storico. Far capire che bisogna amare e difendere la nostra storia e le nostre radici, far capire l’importanza di vivere qui e la difesa del quartiere che nessun ‘squadra di decoro urbano’ potrà mai garantire senza la consapevolezza di chi lo abita. Ricreare un interesse personale e collettivo, garantire una sicurezza a tutti gli abitanti e a tutti i turisti.
Creare processi di recupero strutturale. Un piano di intervento sul sociale, garantendo servizi e sottoservizi, inclusione, assistenza, condivisione e partecipazione. Lavoro giusto e ben retribuito, che non sia alla mercè della clientela e della delega politica, ma che punti all’accrescimento professionale ed economico indipendentemente da qualsiasi amministrazione governi la città. Bisogna fare questo ed altro, ma tutto ciò va discusso e realizzato partendo da chi in tutti questi anni ha resistito e vissuto questi posti. Non concederemo a nessuno di speculare sui nostri corpi. Da lunedì inizieremo a discutere con le associazioni presenti sul territorio per poi spostarci di piazza in piazza. Mai un passo indietro.
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