No perditempo!

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Eravamo quattro amici al…l’hotel San Francesco! (chiusi dentro)

Un manifesto senza luogo per un comizio da fare genericamente a Cosenza. Usando le modalità dei randagi provano a segnare/saggiare il territorio, ma quello bruzio è ancora patria dei lupi e qualche cane sbandato e nostalgico non può di certo impesierire il branco. Quello che dobbiamo segnalare è l’assoluta connivenza delle istituzioni, prefettura e questura in primis, che addirittura preparano un finto presidio per permettere a quattro (numero reale non simbolico) brutti ceffi razzisti, reoconfessi ed ignoranti di propagare il loro verbo ispirato al ventennio più buoio d’Italia.

Una cinquantina di uomini delle forze dell’ordine, camionette, macchine e straordinari da pagare con i soldi dei contribuenti per permettere a questi odiatori di professione di potersi incontrare ed organizzare in una stanza d’albergo dell’area urbana. Eravamo quattro amici al…l’hotel San Francesco, che volevano ricordare l’olio di ricino.

Essendo in tre e non potendo giocare nemmeno una briscola ariana e superomista hanno dovuto chiamare il quarto uomo. Un Fiore pestilenziale che poi è quello che ha detto ai microfoni del TGR che un milione e mezzo di migranti deve essere deportato (tra l’altro sarà difficile trovarne così tanti in Italia, dovranno importarne qualcuno o magari qui in Calabria potrebbero pensare di mandare via arberesche, grecanici e occitani). Pochi giorni, lo stesso, fa ha preso le parti di quel terrorista di Macerata che ha sparato all’impazzata tra una folle inerme. Leader di quell’organizzazione che si è detta disposta a pagargli le spese legali; la stessa organizzazione che dà vita nottetempo ai rastrellamenti dei filippini (10 persone contro due) che già i senegalesi sono troppo grossi!

Non fateci la morale, non venite a dirci che tutti hanno diritto di parlare in democrazia. Andatelo a raccontare a quelli che hanno subito i loro avi, a quelli che non potevano esprimere liberamente il loro pensiero perché venivano subito mandati al confino se non uccisi. Vi ricordate di Matteotti? Vi ricordate di Gramsci, di Spinelli e di Pertini? Ecco proprio Pertini insegnava che tutti in democrazia hanno diritto di parola, ma i fascisti no, i fascisti sono solo criminali, la loro ideologia dell’odio non si avvicina nemmeno all’idea di politica.

A Cosenza, città con una storia chiara, non possono e non debbono avere nessun tipo di agibilità. Certo possono continuare a chiudersi nelle segrete stanze per poi sgattaiolare per vie scusagne, dal retrobottega ma non possono attecchire in terra bruzia, terra accogliente ed antirazzista.

Preghiamo la questura e la prefettura di non rendere possibile in futuro telenovelas del genere anche per non esporre quei poveri poliziotti alle intemperie invernali per quattro imbecilli in cerca d’autore. Diciamo alla Rai Calabria, teleguidata dal novello Luca Ponzi, di non riciclare le immagini girate a Catanzaro per dare la notizia su Cosenza, anzi di occuparsi di temi ben più importanti e centrali piuttosto che utilizzare le strumentazioni acquistate con soldi dei contribuenti per registrare tali barbarie. Siete servizio pubblico, ricordatevi della costituzione antifascista!

MALANOVA VOSTRA!

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