di Carlo Cuccomarino
Il problema della mancata depurazione delle acque reflue in Calabria e dell’inquinamento dei fiumi e del mare, ripropone in tutta la sua annosa drammaticità come creare e difendere “beni comuni”.
La situazione riscontrata a Cosenza, dove il depuratore consortile “Valle Crati” del Capoluogo e della città di Rende, sito in località “Coda di volpe”, scaricava liquami e fanghi direttamene nel Fiume Crati, per come accertato dall’inchiesta dei Carabinieri Forestali : ben 141 casi di sversamento illecito in soli due mesi, attività che, stando alle risultanze del procuratore Spagnuolo e del procuratore aggiunto Manzini, venivano realizzate secondo precise direttive impartite agli operai addetti alla manutenzione.
Un quadro a dir poco desolante che testimonia ancora una volta,se ce ne fosse stato bisogno, il diffuso e colpevole disinteresse nei confronti dell’ambiente, tale da determinare danni incalcolabili agli ecosistemi e, con essi, all’intera vita delle popolazioni che abitano i territori della nostra regione.
Come mobilitarsi contro la distruzione ambientale?Come creare e difendere beni comuni? Sono due dei motivi centrali che rintracciamo nell’esperienza politica di #DecidiamoNoi, coordinamento di associazione,di spezzoni di movimento e singolarità che opera nell’area urbana rendese e non solo.
Il coordinamento,che non confida sull’apparato giuridico-statale per promuovere la società dei beni comuni che vuole realizzare, vuole dimostrare quanto potente possa essere la richiesta che viene dal basso per la creazione di nuove forme di socialità organizzate secondo il principio della cooperazione sociale.
C’è in questa esperienza il desiderio di ricreare il tessuto sociale che la crisi infinita di quest’ultimo decennio ha sovvertito,insieme agli sforzi comuni di costruire iniziative di commoning,sforzi comuni per costruire solidarietà e forme di esistenza cooperativa,fuori dal controllo del mercato.
In altre parole,i beni comuni che #DecidiamoNoi vuole costruire hanno l’obiettivo non solo di agire contro l’impatto distruttivo sui nostri territori,come l’inquinamento dell’acqua in questi giorni ha ampiamente dimostrato,ma hanno sicuramente il merito di indicare come i beni comuni che si vogliono costruire mirano alla trasformazione delle relazioni sociali , creando collateralmente una alternativa al mortale presente.
I beni comuni che #DecidiamoNoi vuole costruire,dunque sono molto di più di una gestione comune delle risorse,difatti,essi devono divenire strumenti di creazione di società egualitarie.
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