di Giovanni Peta
Dallo scorso anno mi sto interessando alle iniziative di Fuorimercato. Il viaggio e l’esperienza avuta dal gruppo di Fuorimercato con i sem terra a luglio dello scorso anno mi hanno coinvolto in maniera convincente sull’importanza della funzione che può avere un tale percorso.
Da qualche giorno sono ritornato da un viaggio in Andalusia dove abbiamo potuto incontrare e condividere le esperienze del SOC/SAT..
Fuorimercato nasce tre anni fa dall’incontro tra la fabbrica recuperata RiMaflow di Trezzano s/N e SOS Rosarno per la distribuzione diretta dei prodotti agricoli. Fuorimercato ha man mano dato vita a un collegamento tra realtà urbane e rurali in nome dello scambio e del mutuo soccorso, anche al di là dell’alimentare che ne condividono un progetto politico anticapitalistico e che hanno in corso una comune attività economica. Tra queste realtà troviamo Genuino Valsusino in Valsusa, GermogliaTO di Torino, , Mondeggi Bene Comune di Firenze, Communia di Roma, Netzanet-Solidaria di Bari, Diritti a Sud di Nardò (Lecce), Gas Cipollotti di Salerno, Cooperativa Mani e terra e SOS Rosarno (Reggio C.), Terre di Palike di Paternò (Catania), ContadinAzioni di Palermo-Trapani e altre ancora..in tutto sono 16 quelle iche portano avanti il progetto. Nell’immediato occorre razionalizzare la distribuzione per aree regionali con nodi in cui è possibile stoccare prodotti, studiando mezzi di trasporto autogestiti che sottraggano alla GDO anche questo punto nodale della filiera e garantendo nel contempo prezzi contenuti e corretta retribuzione del lavoro.
Buona parte delle realtà che compongono Fuorimercato sono nate grazie all’esempio di alcuni progetti preesistenti. Per questo, e non solo, sappiamo quanto sia importante lo scambio di conoscenza, l’appartenenza a comunità internazionali e la solidarietà tra realtà sorelle.
Su questa base si è ritenuto importante andare a conoscere da vicino le varie esperienze che sta attuando il SAT (Sindacato andaluso dei lavoratori e delle lavoratrici)con il quale Fuorimercato aveva già avuto rapporti e avviato iniziative comuni.
L’esempio del sindacato andaluso è per noi l’attualizzazione del tipo di organizzazione basata sull’autogestione che combina conflitto e mutualismo per fronteggiare le esigenze della sfera produttiva e riproduttiva della comunità di riferimento.
La prima parte degli incontri con questa formazione è stata incentrata sulla pratica rivendicativa delle occupazioni delle terre e di organizzazione della sostenibilità delle sperimentazioni economico-sociali. Il SOC (diventato SAT soltanto nel 2007) nasce, infatti, come sindacato sociale di matrice teorica eterogenea (dal marxismo-maoismo, sindacalismo cristiano, nazionalismo andaluso e anarchismo) con tre linee strategiche chiare: 1. sindacalismo puro, 2. lotta per la terra e occupazioni, 3. azione politica istituzionale-amministrativa attraverso il CUT (Candidatura unitaria dei lavoratori).
A Malaga abbiamo avuto il primo incontro introduttivo in un quartiere popolare all’Asociacion Andaluza por la Solidaridad y la Paz con alcuni componenti storici del sindacato e con alcuni componenti della Casa Invisible La formazione sulla sostenibilità delle alternative economiche sociali è continuata il secondo giorno con la visita a Marinaleda al comune e alla cooperativa el Humoso e l’intervista collettiva fatta al sindaco Juan Manuel Sanchez Gordillo.che ha avviato da tempo un tipo socializzazione particolare nel suo territorio.
Alla finca di Somonte, fattoria occupata dal sindacato nel 2012, dove abbiamo incontrato Victorio della rete spagnola Ecologistas en Accion con il quale ci siamo confrontati sulle pratiche legate alla riproduzione e allo scambio delle sementi.
In seguito,ci siamo spostati a Cerro Libertad, altra fattoria occupata pochi mesi fa nella zona di Jaén. Il 9 ed il 10 siamo stati nella sede locale del SOC-SAT e abbiamo partecipato ad un dibattito pubblico con produttori e consumatori locali. L’11 ed il 12 ad Almeria, Nijar e El Ejido per approfondire il lavoro più strettamente sindacale condotto dal SOC con i lavoratori migranti. Quest’ultima fase l’abbiamo condivisa con i compagni tedeschi dell’Interbrigadas attivi già da qualche mese in questa zona.
La provincia di Almeria è un intero territorio sottoposto alle dinamiche di accumulazione più predatoria del capitalismo. Immense distese di serre: alimentano circa l’80% delle richieste europee. È l’esempio pratico di cosa è in grado di fare l’industria dell’agrobusiness in uno spazio geografico di frontiera, governato da una classe politica criminale, sfruttando l’infinito esercito di riserva di lavoratori e lavoratrici migranti.
Abbiamo partecipato, con la delegazione di Fuori Mercato, ad alcune azioni sindacali.
Almeria davanti ad campo di serre
Durante le diverse esperienze ci ha colpito l’approccio profondamente rivoluzionario del SAT-SOC : un’azione concordata tra soggettività oppresse in grado di costruire sindacalizzazione nel mercato capitalista e resistenze autorganizzate che formino organizzazione su diverse scale geografiche costruendo alternativa economica.
Sarebbe utile far conoscere l’attività messa in piedi da SAT-SOC , con qualche iniziativa mirata, anche nelle realtà cosentine più vicine a queste problematiche.
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