La notizia del giorno è che la classe parassitaria degli statali abbia contratto un virus particolare che spinge a prendere circa il doppio dei giorni di malattia rispetto ai lavoratori del privato. Sarebbero 5 mediamente i giorni di malattia nel settore privato contro i circa 10 del pubblico impiego. Qualcuno addirittura sospetta che i dipendenti privati siano sottoposti ad un particolare vaccino obbligatorio, oppure trangugino un qualche intruglio che li mantenga in salute. La verità è che esiste anche un altro elemento che non viene preso in considerazione nelle analisi della stampa mainstream. Si chiama sfruttamento. Al netto di coloro che nel settore pubblico speculano o abusano di alcuni istituti di per sé giustissimi (malattia, maternità, permessi, legge 104), riteniamo che non sia possibile il paragone tra i due settori essendo l’uno (ancora per poco) il regno dei diritti e delle tutele e l’altro quello dei soli doveri. Nessuno, commentando la notizia sulla volontà di arginare e contenere i giorni di malattia degli statali attraverso l’aumento dei controlli medici che saranno effettuati dall’INPS, ha sottolineato il fatto che nel settore privato o non esistono o, ancora meglio, non sono concessi tutti quegli istituti che, usati correttamente, sono strumenti utili per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei lavoratori e delle lavoratrici. Quanti e quante nel privato sono costretti ad andare a lavorare con la febbre altrimenti rischiano di non essere pagati? Quante donne rinunciano al desiderio di maternità perché altrimenti potrebbero rischiare il posto di lavoro? Quanti Co.Co.Co. godono di ferie e malattie? Quanti “voucheristi” possono permettersi di prendersi cura ad esempio di un figlio disabile o di un genitore malato? Quindi, se è sacrosanto punire chi approfitta delle proprie tutele utilizzandole “allegramente”, è pur vero che il raffronto pubblico/privato è un’operazione puramente ideologica, almeno fino a quando tutti e tutte godranno degli stessi diritti. Puniamo i malati immaginari, gli imboscati ed i fannulloni bamboccioni ma, nello stesso tempo e con pari vigore, chiediamo l’estensione dei diritti ai lavoratori ed alle lavoratrici di tutti i settori.
MALANOVA VOSTRA
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