Di Ass. Yairaiha
Onlus
Lo scorso maggio abbiamo ricevuto una lettera da parte di Alessio Attanasio, attualmente detenuto a Sassari in regime di 41bis ma “turista” delle analoghe famigerate sezioni di Terni, Novara, Milano Opera, in cui ci chiedeva come fare per aderire alla nostra associazione ed allegava una ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Sassari, dott. Riccardo de Vito, relativa alla mancata esecuzione di un’ordinanza del Magistrato di sorveglianza di Novara del 2013 con cui si disponeva la consegna di alcuni libri al ricorrente, ordinanza che venne poi disattesa dalla direzione della cc di Novara perché nel frattempo era entrata in vigore una nuova disposizione del DAP e, lo stesso Magistrato di sorveglianza di Novara, nel 2015, revoca la disposizione precedente dando ragione alla direzione di Novara. A questa altalena di ordinanze il sig. Attanasio ricorre per Cassazione e quest’ultima gli da ragione perché le leggi e le disposizioni, si sa, non possono essere retroattive.
Rispondiamo alla lettera con la seguente:
“Salve Alessio,
abbiamo ricevuto la sua del 28 aprile scorso con allegata l’ordinanza. Purtroppo sono tante le sentenze di Cassazione che vengono puntualmente disattese. Certo è che negare la possibilità ad un detenuto di tenere con se dei libri è un po come negare ad un ammalato terminale i farmaci salvavita.
Abbiamo già dato rilievo alla sentenza di Cassazione ed ha suscitato una certa indignazione anche se poi, di fatto, gli strumenti per poter intervenire concretamente sono limitati.
Come richiesto le invio il modulo per l’adesione e colgo l’occasione per inviarle alcuni articoli e documenti relativi alla nostra attività. In particolare le segnaliamo l’osservatorio che stiamo costituendo con altre realtà nazionali con l’obiettivo di sfatare molti dei luoghi comuni che investono il mondo carcerario.
In attesa di riscontro voglia gradire i nostri cordiali saluti
Cosenza, 24 maggio 2017 Associazione Yairaiha Onlus”
lettera e documenti (vari articoli di giornale che verranno censurati e trattenuti dalla direzione della cc di Sassari, come si evince dalla lettera successiva, datata 8 giugno e recapitata il 14 agosto. In quest’ultima allega altra documentazione interessante come l’ordinanza 4660/2013 emessa dall’ufficio di sorveglianza di Novara che attesta gli abusi che vengono commessi nelle sezioni del 41bis, andando oltre le disposizioni già di per sé altamente punitive, durante il cd “isolamento disciplinare”: chiusura del blindo h24 nonostante le valutazioni mediche che prescrivevano l’esatto contrario e nonostante anche il regolamento penitenziario stesso vieti la chiusura del blindo se non “limitatamente al tempo necessario per consentire il passaggio degli altri detenuti”, la limitazione tout court della ricezione di pacchi postali, la limitazione del vitto a quello ordinario e la limitazione dell’acqua che, in questo caso,viene addirittura fatto divieto di tenere la bottiglia in cella e viene posta fuori e somministrata dal personale al solo passaggio della terapia!, il divieto assoluto di eseguire l’isolamento disciplinare in sezioni diverse da quelle ordinarie e di protrarlo per più di 15 giorni o di far scontare più provvedimenti disciplinate di seguito.
Su Alessio Attanasio sono stati scritti diversi articoli in cui viene definito “il detenuto che ha presentato il maggior numero di ricorsi in assoluto”, non tutti vengono accolti ma molti si e quelli che vengono accolti hanno senz’altro il merito di far emergere chiaramente che il 41bis è uno strumento di tortura che serve solo ad annientare il condannato attraverso la privazione di quegli ultimi residui di diritti di cui dovrebbe godere. La società dovrebbe interrogarsi quanto meno sul senso del 41bis: che senso ha privare una persona dell’acqua o tenerla chiusa 24 ore su 24? Quali le esigenze di sicurezza sociale che portano uno Stato a tenere segregato un uomo privandolo anche dell’acqua? È umano tutto questo? È concepibile che una pubblica amministrazione vada contro le sue stesse leggi?
Per completezza alleghiamo lettere, alcune ordinanze e disposizioni originali.
Associazione Yairaiha Onlus
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