L’hackmeeting su in Val di Susa, il primo giorno.
Ma che fanno sti hackers in Val di Susa? Di tutto: mangiano, bevono, condividono, discutono ed alterano perfino gli stati di coscienza. Nulla di diverso rispetto a quello che fanno tutti, tutti i giorni.
Poi in Val di Susa vanno anche a fare la battitura ai cantieri del TAV e costruiscono anche aggeggi che semplificano la vita di chi fa la radio.
E chi sapeva che dietro il pressing della comunità internazionale, sul presunto arricchimento dell’uranio da parte dell’Iran, c’era un virus che attaccava delle ‘semplici’ pompe?
Il contesto è un luogo simbolo della repressione e della lotta degli ultimi 25 anni in Italia. Lo scenario è quello del campeggio NO TAV e della “Borgata 8 dicembre”, costruita dal Comune di Venaus per la collettività dove si svolgono i seminari veri e propri.
12 anni fa e a 10 metri dalla borgata, ci fu la famosa Battaglia del Seghino. Il questore Sanna a bordo di una ruspa sgomberò il presidio, dopo poche ore tutta la valle si rivoltò.
Ecco perché, oggi, il raduno hacker italiano – senza disdegnare visite da altre parti d’europa e del mondo – non tante, ma molto rappresentative è qui.
Il traliccio dove rischiò la folgorazione Luca
Cantiere Chiomonte
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