Vasche chimiche, fumi inquietanti e odori nauseabondi, tema complicato quello trattato durante il dibattito sulle problematiche ambientali a Rende. Sullo sfondo il disastro ambientale della Legnochimica.
Ma a Rende non c’è solo il passato a tormentare i pensieri dei cittadini ma anche il presente fatto di Centrali a Biomassa (o se vi piace di più Termovalorizzatori), di impianti per il trattamento dei rifiuti urbani, di discariche riempite di non si sa quale scarto tossico o di depuratori illegali e malfunzionanti.
Il ragionamento, incentrato sulle vicende che hanno riguardato il passato ed il presente della Zona Industriale di Rende, ha raccolto le paure dei cittadini intervenuti che si intrecciavano ai racconti di chi convive con l’incubo che un giorno dovrà lottare con malattie importanti provocate da quella “puzza” non meglio identificata, vista anche la casistica dei decessi raccolta dagli attivisti dell’Associazione Crocevia in quelle zone in mancanza di un registro ufficiale dei tumori.
Ricordiamolo, la Calabria è una delle ultime Regioni a non averlo istituito.
Si passa dalla storia della segatura mista ad amianto e ad altre sostanze chimiche bruciate, come attestano le cronache anche giudiziarie, nei primi anni di vita della Centrale a Biomassa, ai liquami tossici delle vasche, dalle autocombustioni nei periodi estivi agli esiti delle analisi in cui si riscontrano valori sempre troppo alti, dall’inquinamento delle falde al sequestro dei pozzi da cui fino a pochi anni fa si prelevava l’acqua anche a scopi irrigui.
“Io abito a Santo Stefano e non conoscevo la problematica fino a quando non ho iscritto i miei bambini presso le scuole di Villaggio Europa” ha affermato una cittadina intervenuta, “quali sono le cause di quell’odore nauseabondo che subiamo tutte le mattine?”
Dubbi che non fanno dormire sonni tranquilli ai cittadini ma che pare non abbiano inquietato più di tanto i vari amministratori succedutisi in questi ultimi decenni.
Cosa fare? Solo la determinazione, l’attenzione e la passione dei cittadini può rimettere al centro dell’agenda politica locale i veri problemi che interessano la comunità rendese e l’intera area urbana. Infatti, nell’intenzione degli organizzatori, l’incontro di ieri rappresenta solo la prima tappa di un percorso che si spera si dilati nel tempo e nello spazio. Una prima interlocuzione tra associazioni, movimenti, comitati e singoli cittadini che si è concluso con l’invito a rivedersi al più presto per costruire un coordinamento cittadino permanente che faccia della partecipazione e non della delega il proprio punto di forza.
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