Apprendiamo di presunte tensioni nell’alto tirreno cosentino per l’arrivo di una manciata di immigrati da ospitare in una struttura di Tortora. Già i tamburi delle carogne fasciste e razziste si fanno sentire per alimentare dissenso contro fratelli immigrati che cercano una sistemazione temporanea per cercare poi di giungere in luoghi a loro congeniali per trovare lavoro o ricongiungersi a loro congiunti. Alimentare la paura degli immigrati per una manciata di voti è una tattica messa in atto da qualche anno da forze fasciste e razziste, ma che qui nel sud non prende piede per la nostra cultura tollerante e per essere stati noi stessi discriminati negli anni passati. Tortora così come tanti altri paesi della Calabria è terra di emigranti. I nostri nonni sono emigrati fin dai premi anni del 900 nelle americhe o in Germania . il nostro sangue è sparso nel mondo e non ascolteremo le voci della disgregazione restando al fianco dei fratelli immigrati che hanno attraversato mille pericoli per giungere in una terra dove mettere al sicuro le proprie famiglie. Il comune di Riace a poche ore dal tirreno con il suo eroico sindaco Domenico Lucano ha dimostrato come un piccolo paesino possa ospitare e gestire tranquillamente centinaia di immigrati inserendoli nel proprio tessuto sociale e facendoli diventare risorsa per gli abitanti. A Riace sono circa 70 i riacesi che lavorano nella gestione di 400 immigrati segno evidente che si può fare e Tortora con soli 26 immigrati in arrivo non verrà meno alla sua tradizione democratica e tollerante. Il razzismo non ha mai avuto spazio nell’alto tirreno cosentino e tanto meno nella nostra Calabria terra di valdesi, albanesi, grecanici, ebrei che hanno convissuto tranquillamente per secoli e secoli.
RETE ANTIRAZZISTA DELLA CALABRIA
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